Il Progetto
Cos'è il Progetto "Medicina del Respiro"
Medicina del Respiro vuole essere un nuovo punto di riferimento a disposizione di chiunque percepisca il proprio modo di respirare come “non normale”.
Non solo un “sito medico” che parli di malattie respiratorie, quindi, ma una proposta che cerchi di rispondere in modo semplice e scientificamente dimostrabile ai dubbi e alle paure di persone che sentano di non respirare bene o che abbiano sintomi riferibili a patologie respiratorie, aiutandole a orientarsi meglio nella ricerca delle cause del loro problema e delle opportunità offerte dalle moderne cure.
Medicina del Respiro come un modo nuovo d’incontrare chi non respira bene, con il preciso intento di “respirare meglio insieme” e dove il “respirare male” sia un momento condiviso da tanti con uno stesso problema.
In Breve
Non un banale elenco di “cosa fare”, ma uno strumento più sofisticato a disposizione di chiunque voglia affrontare un problema Respiratorio con la “R” maiuscola.
Una proposta per “far chiarezza” con esposizioni semplici alla portata anche dei non addetti ai lavori, di terminologie qualche volta troppo tecniche o poco comprensibili che rischiano di creare confusione o alimentare dubbi inopportuni, per definire, insieme, “chi” o “che cosa” sia più conveniente consultare o valutare per risolvere il problema.
Tutto ciò, naturalmente, senza mai volersi sostituire all’indispensabile contatto personale con il proprio Medico o con il proprio Specialista di fiducia.
Il disagio respiratorio, noto in medicina con il termine “dispnea”, viene qui ancor più considerato con un significato ampio.
Non solamente sintomo di malattia del corpo ma, in senso più estensivo, possibile espressione di quei disagi emotivi e di quelle debolezze psichiche facenti parte dell’esperienza umana che, qualche volta, possono manifestarsi proprio con una difficoltà a respirare.
Un percorso che, partendo da un respiro anomalo “sentito” dalla persona, qualche volta (ma non sempre!) rilevabile e visibile anche “dal di fuori” con strumenti e visita che ne documentino oggettivamente la presenza, apra la strada alla comprensione di quanto ci sia di “fisico” o di quanto, invece, ci sia di “mentale”, in quel curioso modo di percepire oggi un respiro “strano”, prima mai sentito.
Come Può Esserti Utile?
Medicina del Respiro quindi, dove
- “Medicina” rappresenti scienza al servizio delle cause e della cura delle malattie dell’uomo e
- “Respiro” sia comprensivo, in senso lato, di tutto ciò che attiene non solamente al funzionamento anomalo dell’apparato bronco-polmonare, ma ad ogni altro organo o apparato umano in grado di generare sintomi respiratori.
Dove tosse, catarro e dolore a respirare siano espressione di malattia respiratoria, ma non solo, con un “respirare male” che parta dal naso e che giunga fino ai polmoni e oltre.
Una “Medicina del Respiro”, infine, che senza avere pretese universali, voglia essere un grande punto d’incontro dove poter parlare con semplicità con la gente di:
- Malattie dei bronchi e dei polmoni
- Sintomi respiratori generati da un’anemia o da una malattia neuromuscolare
- Fatica a respirare espressione di patologia cardiaca.
Un progetto che possa, con grande umiltà, integrare gli aspetti fisici e mentali del disagio respiratorio di un uomo unico e indivisibile, da rispettare e da accettare anche quando, con curiose espressioni personali, cerca di descrivere una difficoltà respiratoria qualche volta difficile da interpretare.
Cosa Troverai su Questo Sito?
Mi chiamo Enrico e sono un Medico Chirurgo, Pneumologo, Internista, Psicoterapeuta, Sessuologo e Docente presso l’Università degli Studi di Torino.
Non mi è mai piaciuto tanto parlare di semplici “malattie”.
Credo nell’esistenza di inimitabili e personalissime realtà individuali che oggi chiamo ”esperienze di malattia”.
Anche quando apparentemente uguali, tutte le malattie sono da ciascuno di noi percepite in modo differente.
Negli ultimi 30 anni di esperienza ho imparato a gestire il disagio respiratorio dei miei pazienti fondando il mio percorso clinico su di una logica individuabile in un ben preciso progetto.
Sono onorato che tu sia su queste pagine e ti ringrazio sin da ora per il tuo supporto!
Vuoi Davvero Saperne di Più?
Se ti interessa davvero sapere tutto su di me, su Medicina del Respiro puoi trovare anche una dettagliata pagina dedicata a chi sono, ciò che faccio e i riconoscimenti ottenuti in questi anni di carriera professionale.
Chi C'è Dietro Medicina del Respiro?
Per iniziare vorrei proporre ciò che ritengo possa essere il comune percorso in grado di portare l’essere umano più sano del mondo a dover fare i conti, prima o poi, con il proprio respiro.
Tutto inizia quando si comincia a percepire come “non normale” il respirare inconscio e tranquillo noto da sempre, fino a poi patirne i gradi estremi di una fatica profonda che lo costringe a interrogarsi e a consultare il medico.
Esistono, probabilmente (in campo scientifico la storia insegna che nulla è mai abbastanza certo e definitivo), due diverse realtà di cui tener conto quando parliamo di difficoltà respiratoria, di fronte alle quali ci poniamo forse in modo troppo scontato o per lo meno poco attento:
- un corpo fisico “oggettivo” e assoluto con il quale ci presentiamo al mondo e agli altri, nel nostro muoverci terreno
- una mente “relativa”, costituita prima di tutto sulla base di una discutibile e personale realtà interna, che percepisce e giudica tutto ciò che, come segnale o sensazione corporea, giunge alla nostra attenzione da questo corpo “assoluto”.
A ben guardare l’apparente scissione tra i due aspetti, intesi nei termini di “fisico” e “mentale” , in realtà non esiste, essendo noi, per prima cosa, quell’unità indivisibile che amo chiamare “persona”.
Ma come dico da sempre, per quanto consideri oggi il corpo e la mente come entità astratte non presenti in natura, specie se concepite a sé stanti (non ho mai visto corpi umani senza una mente o menti che vaghino senza un corpo fisico!), esse, per quanto artefatto poco scientifico, possono comunque rappresentare un buon “trucco” capace di rendere più facili sia la didattica che la ricerca scientifica.
E così le terrò presenti in ciò che dirò, con il preciso scopo di definirne limiti e ruoli correlati al respiro “difficile”, badando bene a reintegrarle, alla fine, in quell’unicità umana reale che il mondo conosce che siamo Noi!
Noi sapiens siamo macchine biologiche complesse, costruite negli anni dal processo evolutivo che ci ha reso possibile sopravvivere nel tempo come specie, a patto di saperci riprodurre, ma prima di tutto di saperci adattare all’ambiente.
Chi di noi, nel tempo, è stato più bravo ad adattarsi è giunto fin qui.
Gli altri, quelli meno “attrezzati”, si sono estinti.
Come ogni macchina complessa abbiamo anche noi, integrati nel nostro sistema corporeo, recettori in grado di darci notizie sul come funzioniamo “all’interno”.
Una sorta di “grande fratello” che c’informa in modo costante su ciò che capita “dentro”, la dove non possiamo vedere direttamente e che ci allarma ogni volta che una qualunque cosa tenda a variarne gli equilibri, con il preciso scopo di porre in essere, il più rapidamente possibile, tutto ciò che ci serva a ripristinarne gli stessi.
E’ ciò che la scienza chiama “omeostasi”, cioè la capacità degli organismi viventi di mantenere stabili le loro condizioni interne.
Se concepiamo il respiro come la più indispensabile tra le funzioni che conosciamo fin dalla nascita, accettandola come quella necessità assoluta che, attraverso il gonfiare e sgonfiare i polmoni, rifornisce di ossigeno tutte le cellule e i tessuti del nostro organismo, comprendiamo come la funzione respiratoria debba essere, forse più di altre, oggetto di verifiche continue in grado di rilevare qualunque anomalia rischi di comprometterne il buon funzionamento.
E’ così che una miriade di recettori dispersi nei tessuti degli organi, nei vasi sanguigni, nei bronchi, nei muscoli respiratori e lungo le vie nervose del nostro organismo, funzionano in modo continuo come tante piccole spie in grado di individuare il “nemico”.
Indicatori di pressione, di tensione e di resistenza, di prurito e di dolore, di calore e di quantità di ossigeno, integrano senza mai fermarsi i dati che provengono da tutto ciò che ha a che fare con il “respirare”, inviando al cervello milioni di dati in grado di attivare, in presenza di anomalie del sistema, la “dispnea”, che viene in questo modo a rappresentare un generale campanello d’allarme finale attivato dalle cause più varie.
E’ così che patologie diverse che colpiscano il cuore, i bronchi e i polmoni, le condizioni di pressione elevata, le tachicardie o le aritmie cardiache dalle mille cause, le ostruzioni arteriose dei polmoni, le raccolte di liquidi (siero o sangue) che interessino lo spazio pleurico o quello pericardico e altre infinite condizioni che allontanino gli organi “respiratori” da una normalità funzionale, allertano il sistema, attivando i più diversi recettori preposti al rilievo di tali anomalie e informando la “centralina” (il cervello) che qualcosa nel respiro non va!
Ed ecco servita la dispnea!
Passiamo, a questo punto, a cercar di capire che cosa s’intenda quando parliamo, invece, di natura “mentale” di una dispnea.
I recettori, in fondo, sono recettori e questi dovrebbero attivarsi solo quando è presente uno stimolo.
Ammettere che un antifurto possa suonare anche quando non sia presente una stimolazione dei recettori periferici in grado di rilevare un’anomalia del sistema, equivarrebbe ad ammettere che gli antifurto possano suonare anche senza… ladri in casa?
Beh si! E’ proprio così.
Qualche volta la centralina va in tilt ed il sistema suona senza pericoli alla porta.
Ma nel caso della macchina umana, così complessa e sofisticata com’è, le cose stanno in un modo ancora un po’ diverso.
Nel caso dell’uomo, in effetti, la “centralina” elettronica che riceve gli stimoli dai recettori, non riceve soltanto dei dati, ma è “pensante”, potendo talvolta “sentire” e “immaginare” autonomamente qualcosa che in realtà non esiste!
O, ancora, può interpretare in modo del tutto personale dati “assoluti” che, per quanto provenienti da recettori periferici solo teoricamente a prova d’inganno, manipolati e trasformati nei loro significati finali dalle diverse realtà psichiche dell’uomo, possono condurre a conclusioni fuorvianti o poco realistiche, sentendo talvolta anche ciò che non c’è.
Un gioco complesso, quindi, tra gli “assoluti” chimici e fisici di un sistema recettoriale fatto anche di trasmettitori nervosi e ormonali e la necessità di integrare i dati provenienti dalla periferia, da parte di una mente in grado di poter prendere autonomamente decisioni qualche volta autoreferenziali.
Perché così è fatto l’uomo!
Potendo il nostro cervello interpretare in modo diverso stimoli uguali, soprattutto in funzione di una personale esperienza costruita su vissuti individuali uno diverso dall’altro, esso può generare, talvolta, risposte diverse sulla base di aspettative e timori personali spesso anche molto diversi.
E’ questo il momento in cui, pur in assenza di una malattia del fisico, respiriamo male!
Volutamente non sono sceso in dettagli nel narrare con precisione ciò che accada quando compare una dispnea generata da una malattia degli organi, in quanto ciò mi avrebbe obbligato a scrivere un vero e proprio trattato di patologia medica che mi avrebbe impedito di descrivere , in modo comprensibile ai più e con parole semplici, la grande complessità dei meccanismi di controllo coinvolti nella comparsa di una difficoltà respiratoria.
Ciò che invece mi è parso importante segnalare è la complessità integrata di quei meccanismi fisici e mentali che, messi a protezione dell’integrità della funzione respiratoria, possono entrare in allarme per un’infinita serie di cose, rilevando anomalie reali o “inventando”, talvolta, pericoli magari inesistenti.
E’ qui che finisce la divulgazione curiosa e che inizia, invece, uno tra i più complessi momenti operativi della medicina: la diagnostica della dispnea.