Il Respiro: non c’è forse nulla di più naturale e automatico nelle nostre vite.
Proprio per questo motivo, però, qualsiasi cosa lo renda difficoltoso genera in noi paura e ansia.
Difficoltà a Respirare e Paure: Introduzione
Se si tiene conto di quanto grande sia il timore di soffocare, considerato il fatto che nulla di più automatico e naturale conosciamo se non proprio l’atto del respirare che ci mantiene in vita e ci consente il mondo degli affetti e delle relazioni, è facile comprendere per quale motivo ci assalga la paura e si scatenino le peggiori fantasie, ogni qual volta questa piacevole “abitudine”, che sperimentiamo fin dal primo vagito, venga messa in crisi o posta in discussione nei suoi fondamentali meccanismi, da un qualunque impedimento che la renda più difficoltosa.
Approfondisci
Fino al punto in cui, magari per una semplice rinite allergica, ci sentiamo soffocare per il naso chiuso, dimenticando di avere quella preziosa “entrata di emergenza” che si chiama “bocca”.
La comune possibilità di esprimere con un “unica” dispnea (difficoltà respiratoria), sia il disagio respiratorio a base organica di natura cardio-polmonare (ma non solo), sia una crisi d’ansia che ci assalga e che ci tolga il fiato, spiega la facilità con la quale, qualche volta, ci si possa orientare con difficoltà di fronte ad un momento di disagio respiratorio del quale non si comprenda bene, fin da subito, l’origine.
Ansia, Asma o Semplice Gap Respiratorio Organico?
Quante volte, nel corso della mia attività clinica di pneumologo, mi sono state riferite, da parte di pazienti particolarmente ansiosi, crisi d’“asma bronchiale” che non si sognavano nemmeno lontanamente di corrispondere ad una crisi asmatica.
E quante volte, al contrario, nel mio ruolo di psicoterapeuta, ho sentito chiamare “ansia”, dei veri e propri momenti di gap respiratorio organico che tutto erano, tranne che un problema ansioso.
Ho assistito, qualche volta, ad una grande confusione dei pazienti, nel descrivere momenti di dispnea “fisica” ritenuti “ansia”, come nel caso, ad esempio, di crisi asmatiche non riconosciute come tali, pur in presenza di un sibilo espiratorio, presente magari già da tempo, che non avrebbe dovuto creare dubbi sulla reale natura del problema.
Approfondisci
Ma non solo!
Ho visto chiamare “ansia”, tachicardie improvvise di natura francamente cardiologica, che non l’ansia non avevano nulla da spartire se non l’accelerazione del battito cardiaco e, addirittura, piccole crisi respiratorie emboliche recidivanti, in giovani pazienti che assumevano la “pillola”, con tutti i rischi della mancata diagnosi di una situazione clinica di tale gravità.
Ma, ancora, ho sentito raccontare di una particolare “ansia”, in realtà una dispnea organica non riconosciuta dal paziente, che insorgeva al solo alzarsi dalla sedia per mettersi in moto!
La prima cosa che consiglio ai miei pazienti, in questi casi, è quella di comprendere molto bene con lo specialista che cosa realmente intendano quando parlano di “ansia” o di “asma”, andando a fondo, con loro, sulle caratteristiche fisiche e sui segni obiettivi riscontrabili alla visita pneumologica, per evitare di fare una pericolosa confusione tra un disturbo emotivo-emozionale e una malattia organica che, se non correttamente diagnosticata, prima o poi presenta il conto.
Approfondisci
La difficoltà che spesso s’incontra nell’inquadrare correttamente il problema “dispnea” e che, talvolta, può portare lo specialista a disorientare il paziente, comunicandogli la serie di patologie organiche che “non ha”, in luogo della precisa causa, qualche volta psichica, che sostiene il suo disturbo, non deve far desistere dal giungere a quella diagnosi di certezza che, sola e unica, può dare pace a chi soffre di un disturbo respiratorio a base ansiosa.
Ricordando sempre che, spesso, tale risultato è raggiungibile non prima che il paziente abbia appreso la natura del disturbo e le reali possibilità di trattamento, rendendo finalmente risolvibile “nella testa”, prima che nel corpo, un problema spesso da lui vissuto come “senza soluzione”.
Ansia durante le Crisi Respiratorie Notturne
Nessun momento delle ventiquattr’ore spaventa di più il paziente in crisi respiratoria come la notte.
In questo periodo, infatti, specie se solo in casa e privato della vicinanza protettiva di qualcuno che lo possa rapidamente assistere e aiutare, il paziente ansioso tende a vivere il suo “disagio respiratorio” percependolo come una catastrofe, mettendo drammaticamente in discussione, nella testa, la sua stessa possibilità di sopravvivenza.
Sono, probabilmente, lo stesso silenzio della notte ed il particolare stato di coscienza proprio del periodo notturno, quei particolari ingredienti naturali che più facilmente creano confusione tra una “dispnea ansiosa” e una “dispnea organica”.
Approfondisci
Confusione che il paziente fa, nel confondere i due piani, che sembra ancor più giustificata proprio nel caso della dispnea asmatica che, classicamente, tende più facilmente a comparire o ad accentuarsi nel corso della notte.
L’asma bronchiale, infatti, rappresenta il prototipo di quelle malattie nelle quali gli aspetti organici e quelli psicologici si mescolano tra loro, fondendosi l’uno nell’altro senza interruzione, specialmente nei pazienti più giovani, nei quali il problema sembra essere più sentito.
Respiro che Manca: i Samurai
Ci sono poi i “samurai” di turno.
Quelli che di fronte al respiro che magari manca da mesi o da anni non si scompongono mai, considerando “normale”, specie se anziani, quel loro anomalo modo di respirare.
Fino al momento in cui, finito il “bonus”, il problema trascurato presenta il conto, manifestandosi in tutta la sua finale drammaticità e dando ragione a chi, tacciato magari di allarmismo e banalizzato come “ansioso”, avendo dato ascolto al proprio corpo, più difficilmente si mette nelle grane.
Approfondisci
A prescindere da quelle particolari dispnee ansiose nelle quali la difficoltà respiratoria è generata dall’abnorme necessità di compiere un respiro percepito dal paziente come “compulsivamente irrinunciabile”, il respiro “che manca” tende, indiscutibilmente, a scatenare la fantasia del paziente, facendogli vivere un evento terribile nel corso del quale il contenuto organico della dispnea, quando presente, viene a sommarsi alla quota ansiosa, peggiorando globalmente l’esperienza del momento.
La presenza di una malattia fisica che generi dispnea, pertanto, mette in conto che il paziente possa vivere ancora peggio il proprio sintomo, proprio per l’incapacità di saper gestire, con più calma e con minor terrore ansioso, quella particolare situazione di difficoltà respiratoria.
Stanti queste premesse, un miglior controllo sia del percetto ansioso della dispnea psicogena, quanto di quello della dispnea asmatica ed organica non asmatica, può rappresentare un favorevole momento d’incontro tra le due diverse dimensioni della dispnea, apparentemente tanto diverse e distanti, ma in realtà molto più vicine di quanto non le si pensi.
Se, quindi, controllare l’”ansia che genera la dispnea” o, al contrario, l’”ansia che si accompagna alla dispnea” da malattia organica, corrisponde, in ogni caso, a rendere meno sofferto il personale “vissuto dispnoico” del paziente, ben vengano tutte le tecniche e le alchimie in grado di centrare l’obiettivo, qualunque esse siano, spostando, a questo punto, il “focus” del problema, dalla causa della dispnea, che in ogni caso dev’essere sempre ben chiarita, al trattamento risolutore, cioè su quell’aspetto di un “fare” medico efficace, che il paziente auspica di trovare nello specialista al quale si rivolge.
Approfondisci
Talvolta, inoltre, un semplice consiglio può consentire, anche a quei pazienti con un’importante compromissione respiratoria funzionale su base organica secondaria a broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) o ad enfisema polmonare, di ridurre in fretta la dispnea adottando, con poco sforzo, una diversa tecnica respiratoria imparabile, spesso, assai rapidamente.
Ridurre la Dispnea in Soggetti Ansiosi
Ben vengano, allora, tecniche e “macchinazioni” in grado di dimostrarsi efficaci nel ridurre la dispnea, qualunque possa essere la sua origine, andando a lavorare, oltre che con i farmaci indispensabili a gestire la dimensione “fisica” delle diverse patologie che ne sono causa, anche su quel comune “aspetto ansioso” della dispnea, condiviso da quella ansiosa e da quella organica.
Togliere l’ansia ad un paziente con dispnea, vuol dire disattivare la principale causa del suo insorgere nel caso in cui il disturbo ansioso ne rappresenti la fonte prioritaria.
Ma vuol dire anche ridurre la generale sofferenza del paziente con “dispnea” organica, andando ad agire sugli aspetti ansiosi che ad essa si accompagnano e che, accentuandone la percezione, ne amplificano il disagio.
Evitare di Improvvisarsi Esperti
Anche in questo caso, naturalmente, come già ho ricordato in altri articoli del sito, si eviti di improvvisarsi “esperti” e si proceda fino a giungere alla diagnosi corretta che, in ogni caso, può essere posta solo dal medico o dallo specialista pneumologo, e non dal “mago” del momento.
Tale condizione, infatti, rappresenta il presupposto indispensabile senza il quale difficilmente si può pensare di risolvere il problema.
Procedendo con ordine e nel rispetto di un ordine scientifico che, nella diagnostica medica, paga sempre, a patto che se rispettino le regole, si chiariranno, in modo più puntuale, i reciproci rapporti esistenti tra asma, ansia, dispnea e panico, non in un “generico” paziente, ma in “quel” paziente, aprendo in questo modo ad un’indispensabile spazio di lavoro personalizzato che, più facilmente, porterà a risolvere il disagio respiratorio.
La Dispnea genera il Panico. Il Panico genera la Dispnea.
Senza soluzione di continuità, quindi, la dispnea genera il panico e il panico genera la dispnea, in un crescendo che impedisce, spesso, al paziente, troppo assorbito in quel suo vissuto di terrore soffocante, la possibilità d’immaginarsi quella rapida soluzione che, molto spesso è invece dietro l’angolo e resa disponibile con poco sforzo, a patto che ci si istruisca “all’uso”.
Approfondisci
Dopo avere meglio definito con lo specialista i presupposti fisiopatologici e le basi disfunzionali della perdita di controllo degli stati emotivi che provocano o che accompagnano la dispnea, la messa in atto, nel momento in cui insorga la crisi, di una corretta e rapida sequenza di semplici tecniche comportamentali e cognitive imparabili come qualunque altra cosa, consentirà al paziente di risolvere rapidamente, o per lo meno di ridurre significativamente, la sua sofferenza, per una dispnea spesso spaventante in quanto, prima di tutto, erroneamente percepita come “senza soluzione”.
Senza mai dimenticare che una buona attività fisica, armonica e rispettosa del corpo, rappresenta il miglior ansiolitico, presupposto indispensabile per conservare al meglio e a lungo una miglior capacità respiratoria.
Hai Ancora Dubbi? Chiedi allo Pneumologo!
Faccio il possibile per scrivere i miei articoli informativi nel modo più chiaro, semplice e soprattutto esaustivo che si possa.
Consiglio sempre ai miei lettori di leggere i link di approfondimento che propongo su ciascun articolo.
Se però hai qualche domanda specifica su questo argomento alla quale non hai trovato risposta, sarò felicissimo di risponderti!
Non solo!
Se la tua domanda sarà di interesse generale e soprattutto non trattata prima su Medicina del Respiro, ne creerò anche un articolo ricco di utili informazioni mediche.
Lascia quindi un commento qui sotto, sii chiaro e dettagliato a sufficienza ma per piacere, tieni a mente una cosa fondamentale.
Faccio sempre il possibile per dedicare il tempo necessario nella lettura di tutte le domande che mi vengono poste, ma a causa delle mie svariate attività cliniche e del numero decisamente alto di quesiti che ogni giorno mi vengono posti non sono sempre in grado di garantire tempi di risposta rapidi.
Hai urgenza e non puoi aspettare?
Non ci sono problemi.
Se credi che il tuo caso abbia carattere di urgenza e debba ricevere una consulenza medica specialistica puoi prenotare da qui una visita privata presso il mio studio.
Hai apprezzato questo articolo?
Realizzare Medicina del Respiro ha richiesto mesi di lavoro.
Non solo: creare continuamente articoli informativi richiede un sacco di tempo, come puoi immaginare.
Non c’è miglior grazie che io possa ricevere da te se non sapere che condividerai questo articolo su Facebook, Twitter o LinkedIn.
E se ti sono stato d’aiuto, lasciami anche soltanto un “Grazie!” qui sotto 👇 : renderai la mia giornata migliore!
Un abbraccio, a presto!
2 Comment
[…] [7] Vedi ad esempio l’articolo Asma, Dispnea, Ansia e Attacchi di Panico: Paura e Controllo della Difficoltà Respiratoria scritto il 26 novembre 2018 dal dottor Enrico Ballor, pneumologo e psicoterapeuta; https://www.medicinadelrespiro.it/malattie/asma/dispnea-ansia-attacchi-panico-difficolta-respiratori…. […]
[…] [7] Vedi ad esempio l’articolo Asma, Dispnea, Ansia e Attacchi di Panico: Paura e Controllo della Difficoltà Respiratoria scritto il 26 novembre 2018 dal dottor Enrico Ballor, pneumologo e psicoterapeuta; https://www.medicinadelrespiro.it/malattie/asma/dispnea-ansia-attacchi-panico-difficolta-respiratori…. […]