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Mi chiamo Enrico Ballor, sono uno Pneumologo a Torino e negli ultimi 30 anni di vita professionale ho aiutato migliaia di persone a respirare meglio.
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Sommario
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Leggila tutta con attenzione.
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Introduzione all’Asma Bronchiale
Cos’è l’asma bronchiale?
L’asma, malattia cronica che interessa i bronchi e per questo nota anche come asma bronchiale, è una patologia delle vie aeree assai diffusa nel mondo tanto da interessare diversi milioni di individui.
L’asma bronchiale degli adulti e degli anziani, così come l’asma bronchiale del bambino, è sostenuta da un’infiammazione dei bronchi che facilita e mantiene un’ostruzione reversibile degli stessi.
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Questa ostruzione è in pratica una riduzione del loro diametro interno che rende difficoltoso il passaggio dell’aria e ne provoca i sintomi della malattia.
Si tenga presente che quando si parla di “reversibilità” dell’ostruzione bronchiale, ci si riferisce alla possibilità di riguadagnare farmacologicamente una condizione di normalità del diametro interno dei bronchi.
Questa cosa non è raggiungibile in presenza di altre patologie ostruttive respiratorie croniche quali la BPCO, Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva.
Essendo i fattori razziali meno importanti rispetto a quelli ambientali, ed essendo l’inquinamento delle città uno dei più diffusi fattori in grado di facilitare l’infiammazione bronchiale, l’asma è ancora oggi una malattia respiratoria in continua crescita nel mondo nonostante il progredire della ricerca farmacologica che ha messo a disposizione dei pazienti asmatici farmaci sempre più efficaci.
Per quanto sia difficile da credere, l’asma bronchiale provoca ancora ai giorni nostri centinaia di migliaia di decessi in tutto il mondo, confermando in tal modo la sua pericolosità spesso conseguente ad inadeguatezza delle cure e a misure preventive insufficienti, oltre ad un atteggiamento di imprudente sottostima del problema da parte di alcuni pazienti.
Quali sono i meccanismi che chiudono i bronchi durante una crisi d’asma?
A proposito di fisiopatologia dell’asma bronchiale, è da notare come l’ostruzione dei bronchi – cioè la broncoostruzione – si realizzi attraverso tre diversi meccanismi che spesso coesistono nel paziente asmatico:
1. Broncospasmo
Il broncospasmo (o broncocostrizione) consiste in un vero e proprio spasmo muscolare dei muscoli che si trovano nella parete dei bronchi.
Tale contrazione muscolare “strizza” letteralmente i bronchi, restringendone il “lume” (il canale vuoto presente all’interno dei bronchi).
In questo modo essi diventano al loro interno più piccoli e sottili ed il flusso dell’aria si fa più difficoltoso, generando quei caratteristici rumori respiratori tipici della crisi asmatica definiti “sibili” o “fischietti”.
2. Edema della Parete Bronchiale
Si definisce edema l’infiltrazione di liquidi presente in un qualsiasi tessuto dell’organismo.
L’infiltrazione liquida della parete bronchiale, provocata dai fenomeni infiammatori presenti nei bronchi dei pazienti asmatici, rende più spessa la parete degli stessi, sottraendo ulteriore spazio al diametro interno del bronco già ridotto dal broncospasmo e aggravando l’ostruzione delle vie aeree.
3. Ipersecrezione Mucosa
I bronchi infiammati dei pazienti asmatici possono produrre una maggiore quantità di secrezioni bronchiali da parte delle ghiandole bronchiali “irritate” presenti nella parete dei bronchi.
Questi, già ridotti nel loro diametro interno dal broncospasmo e dall’edema della parete, vedono peggiorare ulteriormente la loro ostruzione aumentando l’intensità dei sintomi e la difficoltà respiratoria (dispnea).
Per quanto detto, quindi, il broncospasmo rappresenta solo una parte della broncoostruzione, e precisamente quella parte di ostruzione dei bronchi direttamente dipendente dal solo spasmo muscolare.
Come si riconosce l’asma bronchiale?
Riconoscere l’asma bronchiale è fondamentale per orientare correttamente tutto ciò che serve a definirne strategie di prevenzione e trattamento che consentano il miglior controllo possibile della malattia.
Anche per questo è indispensabile, come prima cosa, individuarne correttamente i sintomi.
Quali sono i Sintomi dell’Asma Bronchiale?
Ho già detto di come la crisi asmatica corrisponda ad un momento di ostruzione reversibile dei bronchi e di come tale condizione divenga responsabile dei sintomi che si presentano nel corso di una crisi respiratoria.
I 4 classici sintomi dell’asma sono pertanto:
1. Tosse
La crisi asmatica si preannuncia spesso con tosse, più frequentemente secca e irritativa, ma che può assumere anche caratteristiche più “catarrali” (tosse “produttiva” o tosse “grassa”, con presenza di secrezioni bronchiali mucose).
L’asma bronchiale con “tosse grassa” (catarro) è un’evenienza tutt’altro che rara.
La tosse, specie se secca e insistente, può anticipare la vera e propria crisi respiratoria e accompagnarsi ad essa per tutta la durata della crisi asmatica.
Si ricordi, in ogni caso, che un’asma bronchiale senza tosse non deve stupire, in quanto la tosse non sempre si accompagna ad ogni momento della vita del paziente asmatico.
2. Dispnea
S’intende con il termine dispnea la difficoltà respiratoria, cioè quella condizione di “disagio a respirare” che fa si che si perda la possibilità di mantenere un respiro automatico, silenzioso e che procede senza fatica, pari a quello che tutti conosciamo in condizioni normali.
Spesso il paziente con una crisi d’asma avverte “affanno” di diversa intensità, una difficoltà respiratoria che può andare da un semplice disagio respiratorio appena percepibile, fino ad una sensazione di vero e proprio soffocamento che può richiedere un intervento medico urgente.
La difficoltà respiratoria, nel corso della crisi asmatica, è riferita prevalentemente (ma non esclusivamente) durante la fase espiratoria, in quanto è quello il momento in cui il flusso dell’aria che esce dai polmoni incontra le maggiori resistenze da parte dei bronchi ostruiti (dispnea espiratoria).
3. Sibili Espiratori
Nel corso della crisi asmatica è possibile riconoscere, nel caso sia presente un’ostruzione bronchiale di una certa importanza, i cosiddetti “fischietti” espiratori.
Questi “fischietti” sono rumori che si generano durante il passaggio dell’aria fatta passare forzatamente attraverso bronchi ridotti di diametro, ne più ne meno di come si genera un fischio quando si soffia l’aria attraverso le labbra socchiuse o impiegando un fischietto da arbitro.
Essi sono rilevabili non solo da parte del medico nel corso della visita del paziente, ma nel caso in cui sia presente un intenso broncospasmo anche da chiunque sia posto in prossimità del paziente.
4 Senso di Costrizione al Torace
Corrisponde ad uno dei classici sintomi della crisi d’asma e consiste in quella particolare sensazione, variabile da paziente a paziente, descritta come una “morsa” o una “corazza” o, ancora, come un più mal definito senso di “peso” al torace.
Questo peso fa percepire al paziente asmatico, in crisi respiratoria, una maggior fatica a compiere gli atti respiratori.
Ai sintomi dell’asma, specie quando presente nella forma allergica, si possono associare i sintomi dell’ostruzione nasale nel caso in cui sia presente anche la rinite allergica.
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In alcuni casi, poi, una sintomatologia faringea (mal di gola e dolore a deglutire) accompagna alcune manifestazioni allergiche e può essere scambiata facilmente per una forma virale a carico delle prime vie aeree.
Asma Bronchiale: gli Esami Diagnostici
E’ possibile riconoscere la malattia asmatica non solamente dai suoi caratteristici sintomi, ma anche attraverso una serie di esami strumentali in grado di diagnosticarla con maggiore precisione.
A questo dedicherò uno spazio, più avanti, nella sezione “La diagnosi dell’asma bronchiale”.
Cosa provoca l’Asma Bronchiale, e quali le sue Tipologie
Esistono due diverse forme cliniche dell’asma bronchiale, potendo entrambe insorgere a qualunque età.
Nell’età pediatrica la forma più frequente è sicuramente quella allergica, essendo gli acari gli allergeni più frequentemente responsabili di essa.
1. Asma Allergica
E’ responsabile di questa forma asmatica un meccanismo allergico sostenuto da una base genetica nota come “atopia”.
L’atopia è definibile come quella particolare predisposizione ereditabile che consente all’individuo atopico di manifestare nel corso della vita una qualsiasi malattia allergica, anche non asmatica.
In breve: atopici si nasce, non si diventa!
Appartiene alla modalità di comparsa allergica la maggior parte dei casi di asma bronchiale.
In questo caso un qualunque soggetto atopico che sia geneticamente predisposto a sviluppare l’asma e che sviluppi nel corso della vita una sensibilizzazione a uno o a più allergeni, può giungere a manifestare crisi asmatiche attraverso un meccanismo allergico generato dall’incontro tra l’allergene al quale il soggetto si sia sensibilizzato e i bronchi.
Gli allergeni sono le diverse sostanze alle quali si può diventare allergici.
Nel sangue e nei tessuti degli asmatici allergici particolari esistono anticorpi detti “reagine” o anticorpi di classe “E” (IgE).
Questi sono in grado di riconoscere l’allergene al quale il soggetto è sensibile.
L’incontro tra allergene e anticorpo a livello dei bronchi scatena una risposta allergica e la conseguente crisi asmatica, attraverso la liberazione di sostanze contenute in particolari cellule chiamate mastociti e dotate di capacità infiammatoria e irritante sui bronchi, quali istamina e leucotrieni.
Moltissimi pazienti affetti da asma bronchiale allergica risultano sensibilizzati contemporaneamente a numerosi allergeni diversi, fatto questo che aumenta la possibilità che il paziente, nel corso dell’anno, possa giungere a contatto con essi, manifestando sintomi respiratori per gran parte dell’anno.
2 Asma non Allergica
Nota anche come “asma non atopico” o “asma intrinseco”, questa forma di asma meno comune non prevede meccanismi allergici.
Questi soggetti risultano in qualche caso più difficili da curare, in quanto non è possibile contare con vantaggio, come nel caso dell’asma bronchiale allergica descritta precedentemente, su di una prevenzione che eviti o che riduca la possibilità d’incontro tra soggetto allergico e allergene responsabile.
Sia l’asma bronchiale atopica che quella non allergica si scompensano più facilmente nelle ore notturne, allorquando una prevalenza del tono neurovegetativo parasimpatico (nervo vago) può favorire i sintomi.
E’ classica, infatti, una condizione di tosse notturna che nel paziente asmatico può fare la sua comparsa durante la notte, disturbando il sonno.
Alcuni pazienti, anzi, possono avere un’asma bronchiale solo di notte.
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Un altro fattore che qualche volta può spiegare una tosse asmatica che compaia nel periodo notturno è la sensibilizzazione del paziente agli acari della polvere domestica che spesso si trovano nel letto (materassi e cuscini di lana, di crine, ecc.).
La comparsa di un’asma bronchiale notturna, inoltre, può essere favorita dal reflusso gastroesofageo facilitato dalla posizione coricata del paziente (asma bronchiale da reflusso).
Asma bronchiale: Cause?
Le cause dell’asma sono molteplici, così come importanti sono alcune condizioni e situazioni favorenti che possono facilitarne la comparsa o determinarne l’aggravamento.
Vediamo di seguito da cosa è causata l’asma bronchiale.
1. Atopia e Caratteristiche Genetiche
E’ indubbio che una base genetica sia responsabile del fatto che un paziente possa ammalare di asma nel corso della vita.
Questo è valido sia per quanto riguarda la possibilità che esso ammali di asma bronchiale in sé (familiarità asmatica), sia per quanto riguarda la predisposizione genetica all’atopia che definisce la possibilità che un soggetto possa ammalare di forme allergiche e, fra queste, anche di asma allergica.
Avere un genitore asmatico o, peggio ancora, entrambi i genitori affetti da asma bronchiale, comporta sicuramente un rischio in più di diventare asmatico.
Su tale potenziale rischio, tuttavia, incidono con importanza differente a seconda delle situazioni le numerose condizioni aggravanti e facilitanti di cui parlerò di seguito.
Lo stesso dicasi per quanto si riferisce alla possibilità di generare figli asmatici e/o asmatici allergici.
2. Peso Basso alla Nascita
Si è visto come fin dal momento del parto si definisca una condizione di maggiore o minore facilità a divenire asmatici nel corso della vita, essendo i bimbi nati con basso peso più a rischio per tale condizione a parità degli altri fattori che rendono possibile la malattia.
3. Iperreattività Bronchiale Aspecifica
Tra i vari fattori che rendono più probabile una crisi respiratoria in un asmatico (accesso asmatico), vi è l’iperreattività bronchiale aspecifica.
Essa è definibile come quella particolare suscettibilità dei bronchi a rispondere con un broncospasmo a stimoli irritativi aspecifici non allergici, chimici o fisici che siano.
Tra questi:
- Aria troppo fredda o troppo calda
- Aria troppo secca o troppo umida
- Raffreddamento acuto delle vie aeree in corso di iperventilazione (corsa)
- Aria satura in vapore acqueo (nebbia ultrasonica), ecc.
4. Esposizione al clima freddo
Proprio per quanto detto prima, specie nel caso in cui sia presente un’iperreattività bronchiale, i soggetti affetti da asma bronchiale possono talvolta dimostrare una particolare sensibilità ai climi freddi.
Questa tipologia di climi si comportano come veri e propri fattori sfavorevoli in grado di facilitare la comparsa di crisi asmatiche.
Ciò avviene in virtù del broncospasmo che rappresenta, in questi soggetti asmatici, l’anomala risposta dei loro bronchi iperreattivi esposti alle basse temperature.
5. Allergeni
Gli allergeni rappresentano sicuramente la più comune fonte aero-dispersa in grado di provocare crisi respiratorie asmatiche nei soggetti sensibilizzati ad essi nel momento in cui giungano in contatto con le vie aeree.
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Essi sono responsabili non solamente di asma bronchiale in soggetti allergici, ma altresì di rinite allergica.
Esiste una grande quantità di allergeni in grado di dar luogo, negli asmatici, a questo tipo di comportamento.
Tra di essi:
- Pollini delle piante (nocciolo, betulla, alberi)
- Graminacee
- Ambrosia
- Artemisia
- Parietaria
- Acari della polvere
- Derivati epidermici degli animali domestici e non solo
- Alcuni funghi unicellulari (micofiti o funghi microscopici) e le loro spore disperse, non solamente nell’ambiente esterno, ma qualche volta presenti anche nelle nostre case (ambienti confinati), specie in condizioni di particolare umidità (muffe degli ambienti mal ventilati)
E’ per questo molto importante poter definire, con opportuni test diagnostici, quali tra questi siano responsabili dei sintomi del paziente (correlazione anamnestica tra allergene e sintomatologia dichiarata), al fine di ridurre la possibilità di un possibile contatto con il soggetto asmatico sensibilizzato.
6. Clima inquinato delle città (smog)
L’aria inquinata delle città è sicuramente tra le principali cause favorenti l’asma.
Quando parlo di inquinamento dell’aria mi riferisco non solamente alle micropolveri (PM2,5) disperse nell’aria, esito dei prodotti della combustione dei motori a scoppio dei veicoli e degli impianti di riscaldamento e industriali
Mi riferisco anche alla presenza di anidride solforosa avente azione irritante sui bronchi e dell’ozono, presente in maggiore quantità nelle città nei periodi estivi a causa dell’irraggiamento solare.
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A queste sostanze inquinanti, infatti, si deve il notevole incremento del numero di soggetti asmatici rispetto ad un tempo, oltre all’aumento delle crisi asmatiche in tali soggetti.
Ciò si sostiene con un doppio meccanismo:
- Irritazione e infiammazione diretta delle vie aeree provocate da questi inquinanti
- Aumento dei soggetti allergici sensibilizzati ad allergeni respiratori come conseguenza dei processi infiammatori dei bronchi che favoriscono le sensibilizzazioni allergiche.
7. Fumo di tabacco
Rappresenta l’inquinante per antonomasia degli ambienti confinati, case o ambienti di lavoro e di ritrovo che siano.
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Il fumo della sigaretta, infatti, rappresenta uno dei peggiori nemici dei soggetti affetti da asma bronchiale, rappresentando, al contempo, un fattore favorente l’asma nell’età pediatrica (asma bronchiale infantile).
8. Infezioni delle vie aeree
Si tenga conto del fatto che, in circa un soggetto allergico su due affetto da rinite allergica è possibile assistere nel corso della vita alla comparsa di un’asma bronchiale laddove era precedentemente presente la sola rinite.
Si parla in questo caso della cosiddetta “marcia allergica”, indicando in questo modo la possibilità che una malattia allergica delle vie aeree possa complicarsi, nel tempo, evolvendo anche a livello bronchiale dopo avere inizialmente interessato le sole fosse nasali.
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Questo “switch” asmatico avviene spesso in occasione di un “banale” fatto influenzale, malattia di natura virale che può rappresentare un vero e proprio momento di passaggio dalla sola rinite alla malattia asmatica.
L’asma bronchiale, inoltre, può riacutizzarsi e aggravarsi, presentando uno scompenso clinico con accentuazione dei suoi sintomi, in occasione di una qualsiasi infezione febbrile delle vie aeree sostenuta da virus o da batteri (asma bronchiale riacutizzata).
L’asma bronchiale con febbre, pertanto, deve sempre orientare al trattamento della forma infettiva che spesso ne peggiora la condizione clinica, senza con ciò autorizzare a pensare che l’asma bronchiale sia contagiosa o infettiva!
9. Irritanti volatili presenti nei luoghi di lavoro
Esistono alcune sostanze presenti nel corso di ben definiti cicli produttivi industriali, che possono rendersi responsabili di crisi asmatiche, peggiorando il quadro clinico dei pazienti che ne sono affetti.
Tra queste ci sono gli isocianati, sostanze irritanti presenti nei luoghi dedicati alle operazioni di verniciatura (carrozzerie, colorifici, ecc.).
L’asma bronchiale come malattia professionale, pertanto, configura una ben definita entità clinica che interessa la medicina del lavoro e il medico competente.
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10. Sovrappeso
Un peso corporeo eccessivo comporta un fattore di rischio da non sottovalutare nei pazienti asmatici, determinando una difficoltà maggiore nell’ottenere il controllo anche farmacologico della malattia.
Obesità e asma sono incompatibili, non solamente per questioni di ordine meccanico (un corpo appesantito fa più fatica a respirare), ma altresì per questioni di ordine biochimico.
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Esiste, infatti, nei pazienti in sovrappeso una maggior quantità di molecole chimiche, tra le quali le adipokine presenti nel tessuto adiposo, dotate di proprietà infiammatorie, che sosterrebbero l’infiammazione dei bronchi e di conseguenza uno dei principali fattori di scompenso della malattia asmatica.
Parimenti nel tessuto lipidico (grasso) di questi pazienti sarebbero presenti in minore quantità le adiponectine, molecole fornite di azione antiinfiammatoria in grado di contrastare l’attività infiammatoria delle adipokine.
11. Reflusso gastroesofageo
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I pazienti asmatici affetti da malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE), malattia che comporta, specie nel corso della notte quando il paziente è posto in posizione coricata, la risalita lungo l’esofago dei secreti acidi provenienti dallo stomaco, possono veder peggiorare la loro asma nel caso in cui tale patologia concomitante non sia adeguatamente affrontata e risolta.
12. Problemi psicologici (ansia e stress)
E’ noto come alcune situazioni particolarmente stressanti e di forte scompenso emotivo ansioso, possano non solamente rendere più difficile il controllo della condizione clinica del paziente asmatico, ma persino scatenare vere e proprie crisi respiratorie asmatiche in pazienti già affetti dalla malattia.
Asma bronchiale e ansia, quindi, possono talvolta influenzarsi reciprocamente creando, quando presenti insieme, maggior disagio al paziente, specie se giovane.
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13. Eventi occasionali
Alcune particolari situazioni, infine, possono scatenare crisi asmatiche acute.
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Tra queste la semplice risata, specie quando intensa e prolungata, che può in certi soggetti particolarmente sensibili dare luogo al broncospasmo responsabile dell’accesso asmatico.
Anche il cantare o più semplicemente un pianto intenso, che in un soggetto non asmatico non condizionano il respiro, possono provocare nell’asmatico una crisi d’asma bronchiale.
Quali Conseguenze ha l’Asma Bronchiale?
Parlare delle conseguenze che una qualsiasi malattia può avere sul paziente, implica fare riferimento alle infinite possibilità che la stessa impatti negativamente non solamente sul benessere fisico dell’individuo, ma altresì sull’equilibrio emotivo, relazionale e lavorativo dello stesso.
In questo senso l’asma bronchiale, come molte malattie croniche dell’apparato respiratorio, se non correttamente gestita e curata rischia di incidere negativamente – e qualche volta anche in modo rilevante – sulle diverse attività umane dei soggetti che ne sono colpiti.
Vediamo, allora, in quale modo l’asma possa condizionare la vita di chi ne è affetto.
1. Disagio fisico legato ai sintomi
I sintomi dell’asma possono risultare estremamente disturbanti per i pazienti, tanto che uno dei primi obiettivi della terapia è proprio la messa sotto controllo degli stessi.
Tanto meno i sintomi faranno la loro comparsa nel corso della giornata o della settimana, tanto meno i soggetti asmatici patiranno la presenza della malattia.
2. Conseguenze sociali e lavorative
L’asma bronchiale consiste in una patologia respiratoria che, se non ben controllata, può comportare anche un certo grado di invalidità.
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Essa, infatti, rischia di incidere significativamente sulle relazioni sociali dei pazienti, oltre a gravare, specie in concomitanza con le possibili riacutizzazioni della malattia, sulle assenze dal lavoro e sulla difficoltà a mantenere le diverse attività umane lavorative ed extra-lavorative dei pazienti, tra le quali anche le attività sportive e scolastiche.
3. Ricovero Ospedaliero
Un’asma non controllata può avere come conseguenza poco auspicabile la necessità di dover ricoverare il paziente in ospedale, per garantire allo stesso cure più incisive in grado di risolvere più rapidamente lo scompenso clinico respiratorio.
Nei pazienti più instabili, infatti, o affetti dalle forme meno agevolmente controllabili dalla patologia, le crisi respiratorie acute possono comportare anche il rischio di insufficienza respiratoria, condizione clinica che impone il ricovero.
4. Effetti avversi da farmaci antiasmatici
La necessità di dover trattare il paziente con i farmaci, implica il rischio di esporre lo stesso ai possibili effetti secondari delle diverse medicine impiegate per la cura, comportando come conseguenza il veder aggiungere problemi ai problemi.
5. Mortalità
Come vedremo meglio più avanti, pur essendo l’asma bronchiale una patologia nota da sempre e alla quale tante attenzioni sono state dedicate da parte della ricerca scientifica e farmacologica, essa rimane ancora oggi una patologia respiratoria tutt’altro che risolta.
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Permane infatti una notevole quantità di pazienti nei quali essa si presenta clinicamente in forme particolarmente difficili da trattare.
La mortalità per asma, inoltre, è un problema ancora aperto e non risolto, rappresentando la conseguenza peggiore delle crisi respiratorie acute.
L’asma bronchiale è pericolosa?
L’asma è una patologia respiratoria che sicuramente comporta dei rischi talora di non poco conto.
Specialmente in pazienti nei quali la malattia risulti non adeguatamente controllata, il rischio che si presentino delle crisi respiratorie acute, specie in presenza di allergeni o di fattori favorenti e scatenanti non è da sottovalutare.
Per questo motivo ogni paziente asmatico dovrebbe portare sempre con sé una bomboletta di broncodilatatore ad azione pronta, farmaco che dev’essere rapidamente impiegato in caso di necessità.
Dopo un primo intervento per auto-medicazione (spray per l’asma), è indispensabile che il paziente venga preso in carico da un Pronto Soccorso o, in ogni caso, da uno specialista che lo possa adeguatamente curare, garantendo un attento controllo dello stesso per tutto il corso della fase acuta.
Come già sottolineato in precedenza, l’asma bronchiale continua ancora oggi – in casi estremi – a comportare anche la morte tra i rischi previsti dalla malattia.
Ciò che colpisce, nei casi finiti all’attenzione delle cronache, è l’apparente “imprevedibilità” degli eventi più gravi, senza che in qualche caso sembri possibile definire una serie di comportamenti e di strategie che possano evitare o per lo meno limitare tali eventi.
A ben guardare, tuttavia, spesso i casi letali rappresentano la conseguenza più drammatica di tutta una serie di leggerezze, banalizzazioni e sottostime del problema “asma”, andando da una terapia qualche volta inadeguata o insufficiente fino ad una impropria valutazione della reale serietà clinica della malattia da parte dello stesso paziente.
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Qualche volta i casi mortali di asma, quindi, colpiscono purtroppo pazienti che avrebbero richiesto controlli specialistici più accurati, per i quali non tutto è stato fatto correttamente per minimizzare i rischi di una crisi respiratoria acuta.
Ancora oggi, quindi, per quanto sembri strano, di asma bronchiale si può morire.
Chi cura l’asma bronchiale?
Per quanto detto sopra, essendo la malattia asmatica prima di tutto una malattia dei bronchi, mi sembra naturale individuare nello pneumologo la figura specialistica alla quale fare primariamente riferimento per la diagnosi e per il trattamento di questa patologia respiratoria.
Accanto ad esso, tuttavia, vista la natura spesso allergica dell’asma bronchiale, l’allergologo può rappresentare quella seconda professionalità in grado di integrarsi molto bene con lo pneumologo, specialmente per quanto attiene al corretto inquadramento diagnostico dell’asma allergica e per una più puntuale definizione degli allergeni responsabili delle crisi respiratorie.
La diagnosi dell’asma bronchiale
Diagnosticare l’asma bronchiale vuol dire impegnarsi in un processo clinico-metodologico attraverso il quale sia possibile giungere a confermare (o a escludere) la presenza della malattia.
Come si diagnostica l’asma bronchiale?
La diagnosi di asma è possibile attraverso una serie di mezzi e di strumenti in grado di definirne la presenza.
Il percorso diagnostico che consente di riconoscere l’asma bronchiale prevede pertanto:
- Anamnesi dettagliata
Lo specialista pneumologo esamina con il paziente i momenti in cui compaiono le crisi respiratorie, cercando di comprendere quanto queste possano essere riferite ad un problema bronchiale, polmonare, cardiaco o di altra natura.
La semplice dispnea, infatti, non implica necessariamente un’asma, e non devono essere trascurate dallo pneumologo neppure la possibile presenza di un’anemia, il quadro iniziale di una malattia neuromuscolare o una difficoltà emotiva e ansiosa del paziente che possa giustificare i momenti di disagio respiratorio dichiarati dal paziente.
A questo fondamentale momento della valutazione del paziente, segue necessariamente da parte dello specialista la valutazione fisica dello stesso (visita medica). - Visita del paziente con esame obiettivo
E’ questo un momento imprescindibile dell’atto medico specialistico di fronte ad un paziente con dispnea sospetta per asma bronchiale (visita pneumologica).
Lo pneumologo ausculterà il torace del soggetto del quale si sospetti la condizione asmatica, andando alla ricerca del reperto tipico della malattia ostruttiva dei bronchi e precisamente il rilievo dei caratteristici sibili espiratori (fischietti o “weezing”) provocati dal broncospasmo, che orienteranno lo specialiste nelle fasi successive della valutazione clinica del paziente. - Spirometria
La spirometria o esame spirometrico consiste in una valutazione strumentale del paziente non invasiva e priva di rischi, naturalmente tenendo conto dei criteri che ne sconsigliano l’esecuzione.
Accettata con facilità anche dai bambini di età per lo meno superiore ai 5 anni, essa consente di documentare la condizione ostruttiva dei bronchi del paziente, graduandone la gravità.
Ha come unico limite la necessità di un buon livello di collaborazione del paziente, senza il quale essa difficilmente è in grado di fornire dati diagnostici affidabili.
Questo sarà ottenibile attraverso un’accurata spiegazione delle manovre che il paziente dovrà eseguire durante il test.
La spirometria consente non solamente di diagnosticare un’asma bronchiale, ma altresì di monitorarne le successive fasi nel corso della terapia, rappresentando una misura determinante del grado di risposta del paziente alle cure. - Test con la metacolina
Non tutti i casi di asma si presentano con i classici sibili espiratori rilevabili dal medico all’atto della visita del paziente.
Permane, infatti, una minima quota di pazienti asmatici che può presentare una dispnea incostante o una tosse persistente compatibili con l’asma, sospettabile, in questo caso, solo sulla base delle caratteristiche descritte dal paziente ma senza che il medico abbia la possibilità, durante l’esame obiettivo, di rilevarne direttamente i segni.
Sono questi i casi in cui, per confermare o escludere la presenza dell’iperreattività bronchiale aspecifica associata alla condizione asmatica, lo pneumologo può richiedere il test con la metacolina, che consentirà di distinguere, ad esempio, tra una tosse persistente di natura asmatica (tosse come equivalente asmatico) e una difficoltà respiratoria o una tosse di altra natura, confermando o escludendo, in questo modo, la diagnosi di asma. - Test dell’ossido nitrico esalato
Consente di valutare lo stato infiammatorio dei bronchi, orientando meglio la terapia con i farmaci cortisonici inalatori (ICS). - Valutazione allergologica
Essa deve comprendere un dettagliato rilievo anamnestico del periodo di comparsa dei sintomi, tale da consentire la selezione degli allergeni da testare più facilmente responsabili delle crisi respiratorie.
Successivamente a questa fase si procede con le prove allergometriche, praticabili direttamente “in vivo” sul paziente (PRICK TEST) o “in vitro”, e precisamente andando a valutare con un prelievo di sangue l’eventuale presenza nel siero del paziente di anticorpi di classe “E” (IgE) attive contro specifici allergeni.
Il semplice riscontro di reazioni positive sulla cute (pomfi) o la presenza di anticorpi anti-allergene nel siero del paziente, non definiscono la responsabilità di questo o di quell’allergene nella genesi dei sintomi asmatici del paziente, essendo necessaria per questo anche la concordanza tra test positivo e reale presenza nell’ambiente dell’allergene sospettato quando compaiono i sintomi.
Allo stesso modo è da lasciare alla competenza dello specialista pneumologo e allergologo la valutazione di eventuali prove allergometriche che abbiano dato esito negativo. - Visita otorinolaringoiatrica (ORL)
E’ talvolta utile che lo pneumologo richieda una valutazione otorinolaringoiatrica, in particolar modo nei casi in cui egli abbia il dubbio che la patologia asmatica di cui soffre il paziente possa essere facilita o sostenuta da una malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE).
In tal caso l’osservazione della zona laringea potrà consentire il rilievo indiretto di segni ispettivi di infiammazione di questa regione, talora associati a infiammazione delle corde vocali (edema di Reinke), correlabili alla presenza di una sindrome da reflusso.
Nel corso della stessa valutazione specialistica potrà essere presa in considerazione anche l’eventuale concomitanza di una rinite allergica, patologia spesso complicante i sintomi dell’asma bronchiale. - Asma bronchiale e radiografia del torace
L’esame radiografico del torace non è previsto tra gli esami richiesti per diagnosticare l’asma bronchiale.
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- Tosse come equivalente asmatico: l’asma, “quasi asma”, spiegato dallo pneumologo
- Test alla metacolina e asma bronchiale: il punto dello pneumologo
- Ossido nitrico esalato (FeNO), asma allergico e infiammazione dei bronchi
- Asma bronchiale allergico: quando praticare le prove allergometriche nel bambino e nell’adulto
- Asma allergico con prove allergologiche negative: il parere dello pneumologo
Asma bronchiale: come curarla
Come si cura l’asma bronchiale?
Curare l’asma bronchiale implica la perfetta conoscenza delle misure che di volta in volta, nei diversi pazienti (ogni asmatico è un caso a sé!), si devono mettere in atto per ottenere il controllo di questa malattia dei bronchi.
Convinto, come sono, che non la sola terapia farmacologica sia in grado di ottenere tale lusinghiero risultato, ma che la stessa debba sapientemente essere integrata con una infinita serie di misure, di attenzioni e di accortezze che non “nell’asma”, ma in “quello specifico caso di asma” potrà consentire di raggiungere il successo con la terapia, vediamo di seguito alcuni punti che ritengo qualificanti per sviluppare un percorso di cura che possa definirsi davvero personalizzato e quindi adeguato al singolo caso.
Combattere l’Asma Bronchiale
Combattere l’asma vuole dire, specie per quanto riguarda i casi più seri e difficili da controllare, impegnarsi seriamente in una battaglia dalla quale si può uscire vincitori a patto che si conosca bene questa patologia e si tenga conto di quei molti aspetti non trascurabili che, accanto alla indispensabilità della terapia farmacologica, possono aiutare l’asmatico a controllare meglio la sua malattia.
Vediamo, allora, i vari punti qualificanti di cui tenere conto nella “battaglia” contro l’asma.
1. Conoscenza dei calendari pollinici
Se è vero che la maggior parte delle forme asmatiche sono di natura allergica e che è indispensabile individuare gli allergeni responsabili della malattia, tra i quali i pollini delle piante, una perfetta conoscenza dei calendari pollinici stagionali riferiti al luogo ove sia presente il paziente e alle diverse specie arboree residenti oggetto di pollinazione, consente di limitare il contatto tra paziente asmatico allergico e specifico allergene responsabile dei sintomi (asma bronchiale stagionale).
2. Prestare attenzione all’ambiente esterno e agli spazi abitativi
Un controllo attento delle condizioni climatiche ambientali e degli spazi confinati può consentire di limitare il contatto del paziente asmatico con condizioni poco favorevoli.
Sarà indispensabile prevedere l’uso di filtri anti-acaro negli aspirapolvere, nel caso in cui il paziente sia allergico agli acari della polvere domestica, prestando particolare cura alle pulizie di casa ed evitando imbottiture di cuscini e materassi che ne favoriscano la riproduzione.
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I complementi d’arredo dovranno essere “a prova di asmatico”, intendendo con ciò la limitazione di mobili imbottiti e stoffe appese che spesso rappresentano ricettacoli per la polvere e per l’acaro domestico.
La stessa cura sarà indispensabile nel caso in cui il paziente asmatico sia allergico ai derivati epidermici animali (cani, gatti, criceti, conigli, ecc.), riducendo, se possibile, il contatto con essi.
L’eventuale uso di impianti filtranti antipolline e antiallergene per uso domestico potrà ulteriormente essere d’aiuto sulla strada del liberare l’ambiente dal materiale allergenico disperso nell’aria.
La stessa umidità dell’aria, non troppo secca da favorire la volatilità degli allergeni nell’aria ma non troppo umida da facilitare la replicazione degli acari e la presenza delle muffe sui muri di casa (asma bronchiale da muffe), sarà un fattore di cui tenere conto se nella casa vive un asmatico, prevedendo un corretto ricambio dell’aria e senza mai perdere di vista l’eventuale presenza di materiale pollinico temporaneamente presente nell’ambiente esterno, di cui andrà evitata o limitata l’immissione in casa attraverso l’apertura delle finestre.
3. Climatizzazione della casa e spazi interni dei veicoli
Climatizzare gli appartamenti, i luoghi di lavoro e l’abitacolo delle automobili può essere, nella stagione calda, vantaggioso per ridurre il disagio legato alla esposizione alle temperature elevate.
Si tenga conto, tuttavia, che tale operazione dev’essere fatta in modo intelligente, senza esagerare a spingere al ribasso la temperatura dell’aria rinfrescata con il condizionatore.
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Una differenza termica non esagerata tra temperatura di partenza e temperatura finale eviterà ai bronchi shock termici poco consigliati ai pazienti asmatici.
Attenzione, inoltre, ai finestrini aperti in auto, specie con pazienti affetti da asma allergica.
In questo caso, infatti, la preferenza del paziente per un raffreddamento del corpo “più naturale” rispetto all’impianto di condizionamento del veicolo, potrebbe scontrarsi con il rischio di introdurre nell’abitacolo una grande quantità di polline, cosa questa assolutamente da evitare nel caso in cui il paziente sia allergico a qualche polline presente in quel momento nell’ambiente esterno.
4. Valutazione del luogo di vacanza
Sarà opportuno, nella scelta del luogo ove trascorrere una vacanza, tener conto dell’eventuale presenza di materiale allergenico (pollini) presente nell’ambiente, al fine di evitare di trasformare un piacevole momento di relax fisico e mentale in… un incubo!.
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Parimenti ci sono alcune accortezze che il paziente asmatico non deve sottovalutare quando viaggia, in special modo quando diventa meno agevole il ricorso al medico in caso di un’eventuale crisi respiratoria acuta.
5. Fumo di sigaretta
A proposito di inquinamento, penso che per l’asmatico uno dei peggiori sia quello provocato dal fumo di tabacco, sia in casa, sia in ogni spazio confinato che il paziente frequenti.
Asma bronchiale e fumo di sigaretta sono quindi incompatibili.
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Il fumo delle sigarette, infatti, determina un’importante infiammazione dei bronchi, cosa questa da evitare in modo rigoroso se si vuol pensare di controllare l’asma senza fatica.
A questo proposito ricordo come non solamente quello fumato attivamente dal fumatore, ma altresì quello aspirato passivamente in presenza di un altro fumatore (fumo passivo), siano in grado di agire negativamente sui bronchi del soggetto asmatico.
6. Diffusori Profumati e Profumi per la Casa
In alcuni casi l’uso di diffusori profumati e profumi per la casa, quali:
- incensi combusti
- candele ornamentali tenute accese e
- oli profumati
possono rappresentare una fonte irritativa da non sottovalutare per i pazienti asmatici più sensibili.
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Pertanto, ne sconsiglierei l’uso nell’abitazione di chi è affetto da asma bronchiale.
7. Alternanza pioggia / sole
Può capitare che nel periodo in cui sia presente un’elevata concentrazione di polline, in primavera come in estate, all’apparente vantaggio legato ad un temporale che abbatta l’eccessiva quantità di polline aero-disperso, possa fare da contraltare la nebulizzazione di molecole allergeniche contenute nei pollini trasportate dal vaporizzato creato dal ritorno del sole, specie se intenso, successivamente alla pioggia.
Di questo si tenga conto per le attività all’aria aperte, specie se sportive, nei soggetti affetti da asma allergico.
8. Sport in palestra e negli spazi aperti
La scelta del tipo di attività sportiva di un soggetto asmatico allergico dovrebbe sempre prevedere un’attenta valutazione dei rischi connessi con il contatto con allergeni presenti nell’ambiente frequentato, massimamente acari, per le attività sportive “indoor”, e pollini per quelle praticate all’aperto.
Indipendentemente dagli allergeni, poi, merita un discorso a parte l’opportunità di praticare sport all’aria aperta durante i mesi freddi nei pazienti asmatici che presentino una particolare iperreattività bronchiale o che siano affetti da asma da sforzo (asma bronchiale da sforzo o asma bronchiale da esercizio fisico).
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- Bambino asmatico e sport: i 10 consigli dello specialista
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- Asma da sforzo o asma da esercizio fisica (E.I.A.): il parere dello pneumologo
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In questi soggetti, infatti, l’iperventilazione e il conseguente raffreddamento della vie aeree tipici dell’attività sportiva, rischiano di scatenare il broncospasmo e di conseguenza la crisi asmatica.
Un discorso a parte merita poi la pratica sportiva nelle città inquinate, abitudine questa che spesso espone il paziente all’immissione nelle vie aeree di grandi quantità di inquinanti volatili.
9. Rispetto delle terapie pre-stagionali
Negli asmatici allergici ai pollini è opportuno iniziare il trattamento dell’asma e dell’eventuale rinite allergica concomitante, già prima del periodo di pollinazione relativo della specie allergenica alla quale il paziente risulti sensibilizzato.
Questo perché, evitando con i farmaci antinfiammatori e con gli antistaminici locali e generali (naso) e con gli inalatori antiasmatici (bronchi) di dovere poi trattare una più impegnativa infiammazione allergica conseguente ad un trattamento meno tempestivo, risulta alla fine più agevole il controllo dei sintomi respiratori, ottenuto oltretutto con una minore quantità di farmaci.
10. Aspirina
Attenzione all’Aspirina nei pazienti asmatici sensibili.
Esiste una particolare forma di asma bronchiale cosiddetta “da Aspirina”, che vede associati l’intolleranza all’acido acetilsalicilico (e più in generale ai salicilati anche naturali), la poliposi nasale e l’asma bronchiale (triade di Fernand Widal).
In questi pazienti diventa assai importante evitare il contatto non solamente con l’acido salicilico, ma anche con tutta una serie di prodotti naturali che possano contenere salicilati naturali o che li prevedano come conservanti (vedi tabella).
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A proposito di asma bronchiale allergica e farmaci, inoltre, sarà utile valutare l’astensione del paziente dall’uso dei cosiddetti FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei), cioè da quei farmaci non cortisonici forniti di attività antinfiammatoria spesso mal tollerati dagli asmatici allergici ai salicilati.
Dieta per Pazienti Intolleranti all’Acido Acetilsalicilico (Asa) – Tabella
Alimenti da consumare al massimo in scarsissima quantità ed in ogni caso non associati tra loro.
1. Alimenti Contenenti ASAMandorle, mele, albicocche, more, ciliegie, uva, uva sultanina, uva spina, arance, pesche, prugne fresche e secche, lamponi e frutti di bosco, fragole, pomodori, cetrioli, peperoni verdi, prodotti in salamoia, pepe (sostituibile con il peperoncino), insalata verde in notevole quantità |
2. Prodotti Contenenti ASA Come Additivo
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3. Altre PrecauzioniI pazienti ipersensibili all’ASA devono, inoltre, evitare di utilizzare i farmaci che possono dare allergia crociata con i salicilati (Indometacina, Naprossene, Sulindac, Ac. Flufenamico, Glutetimide, Pentazocina, Ecc. ), Tutti I Derivati Pirazolonici e i Farmaci Antispastici Associati ad un Pirazolonico (Veramon, Cibalgina, Baralgina, Buscopan Compositum, Nisidina Ecc.) Nel caso fosse necessario somministrare un farmaco anti-infiammatorio non-steroideo (FANS) è opportuno ricorrere a sostanze che non hanno lo stesso meccanismo d’ azione dei salicilati, quali:
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11. Sovrappeso e obesità
Come ho già detto precedentemente a proposito delle cause dell’asma, asma bronchiale e obesità non vanno d’accordo.
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Un peso corporeo fuori controllo impedisce un risultato ottimale nella cura della malattia asmatica, obbligando qualche volta il medico ad aumentare i farmaci.
Un peso forma e una buona attività fisica figurano sicuramente tra i migliori alleati del paziente asmatico.
12. Reattività crociate tra pollini e alimenti
Nel caso in cui il paziente asmatico sia allergico ai pollini, si ricordi la possibilità, da valutare eventualmente non solo con lo pneumologo ma anche con l’allergologo, di reazioni allergiche determinate dal consumo di alimenti contenenti gruppi chimici allergenici comuni alle specie polliniche alle quali il paziente risulti sensibilizzato.
Questo eviterà sorprese, riducendo il rischio di dover gestire crisi d’asma non previste.
Cross-Reattività Tra Allergeni (Tabella)
Betulla | Mela, Pera, Pesca, Albicocca, Prugna, Ciliegia, Babana, Noce, Nocciola, Sedano, Finocchio, Carota, Patata, Mandorla |
Nocciolo | Mela, Pesca, Ciliegia, Carota, Patata |
Parietaria | Gelso, Basilico, Ciliegia, Melone, Piselli |
Graminacee | Pomodoro, Melone, Anguria, Arancia, Kiwi, Frumento, Pesca, Prugna, Carota, Sedano, Albicocca, Ciliegia,Cetriolo, Arachide |
Composite |
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Lattice della Gomma | Olivo, Graminacee, Ambrosia, Ficus Benjamin, Ananas (E Farmaco Bromelina = Ananase), Banana, Avocado, Frutto Della Passione, Papaya, Kiwi, Fichi, Prugna, Melone, Albicocca, Castagna, Uva, Ciliegia, Pesca, Arachide, Noce, Nocciola, Pomodoro, Patata, Sedano, Sesamo, Pistacchio |
Vegetali (Inalanti) | Pollini di specie diverse di:
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Vegetali (Alimentari) | Leguminose |
Animali (Inalanti e Derivati) |
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Animali (Alimentari) |
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Vegetali E Animali |
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13. Alimenti da evitare e asma bronchiale
Non solo le possibili reattività crociate tra alimenti e pollini possono attentare alla stabilità respiratoria del paziente asmatico.
Qualche volta, infatti, anche il consumo di alimenti contenenti istamina in quantità elevate, o in grado di liberare istamina quando ingeriti o, ancora, la presenza di determinati conservanti presenti nei vini (solfiti), negli insaccati e in altri alimenti, rischia di provocare crisi asmatiche in alcuni pazienti particolarmente sensibili.
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14. Reflusso gastroesofageo
Nel caso in cui il paziente asmatico sia affetto da concomitante malattia da reflusso (MRGE), con o senza presenza di ernia jatale dello stomaco documentata con la gastroscopia, il consiglio è sempre quello di cercare il miglior controllo possibile di questa patologia digestiva.
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In assenza di ciò può risultare meno agevole la gestione della condizione asmatica, per la comparsa di possibili crisi asmatiche notturne sostenute con un meccanismo riflesso di natura neurovegetativa.
Il rispetto della terapia prescritta con antiacidi o con farmaci che riducano la secrezione acida dello stomaco, associata al rispetto dell’astensione dal consumo di una serie di alimenti che facilitano la comparsa del “bruciore” gastrico (pirosi) (vedi tabella), rappresenta, per l’asmatico, un corretto modo di orientarsi di fronte a questo tipo di problema.
Dieta Per Pazienti Con Malattia Da Reflusso Gastroesofageo (Mrge) – Tabella
Astensione Assoluta da:
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Da Evitare
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15. Esposizione ad inquinanti lavorativi
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A proposito di asma bronchiale e lavoro, è da notare come alcune sostanze presenti negli ambienti lavorativi, tra le quali, come detto prima, gli isocianati, rischino di provocare crisi respiratorie nel paziente affetto da asma.
Combattere l’asma vuole dire anche, tra le altre cose, astenersi in modo rigoroso dall’esposizione ad esse.
16. Aderenza alla terapia
Una battaglia all’asma ben condotta prevede una puntuale verifica che il paziente pratichi correttamente le terapie proposte, attenendosi ai dosaggi e alle somministrazioni prescritte.
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Il corretto uso dei device e dei dispenser (sono i dispositivi inalatori che contengono i farmaci per l’asma) garantirà, inoltre, al paziente la possibilità di far giungere correttamente i farmaci nei bronchi, garantendo il risultato.
17. Gestione degli aspetti emotivi
Garantire al paziente asmatico e ai familiari, specie nel caso dei bimbi, un appoggio anche psicologico al problema asma, può aiutare a gestire meglio la paura che spesso si accompagna a questa malattia, limitando inoltre quelle attivazioni emotive che, in pazienti particolarmente sensibili, possono addirittura facilitare o scatenare l’insorgenza delle crisi respiratorie.
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18. Valutare con il pediatra le curve di crescita dei piccoli asmatici
Può succedere, talvolta, che i bambini asmatici sottoposti a trattamenti cortisonici importanti possano manifestare temporanei ritardi di crescita rispetto ai coetanei non trattati.
Ciò, tuttavia, come documentato da diversi studi pubblicati, parrebbe non incidere significativamente sull’altezza finale raggiunta a fine crescita.
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- Asma, cortisone, bambini e rischio crescita: i consigli dello pneumologo
Come eliminare l’asma bronchiale
L’asma non si elimina ma la si può controllare e gestire fino a ricondurla entro schemi che consentano al paziente un’esistenza normale.
Se ben curata essa non deve rappresentare per l’asmatico un problema invalidante, consentendogli di praticare ogni attività fisica e lavorativa propria dei soggetti non asmatici.
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Per quanto non guarisca, si tenga comunque conto del fatto che il 30 – 50% dei piccoli pazienti vede modificarsi l’asma dopo la pubertà, fino al punto da non rappresentare più un problema nell’età adulta.
Programmi che prevedano una corretta istruzione del paziente alla gestione della malattia, un attento monitoraggio clinico soprattutto rispetto ai sintomi e il rispetto della terapia ai dosaggi minimi efficaci, trattando l’infiammazione dei bronchi oltre al broncospasmo, rappresentano una strategia fondamentale per curare bene il paziente.
Come curare l’asma bronchiale acuta e cronica
Le diverse forme cliniche dell’asma fanno si che ci siano pazienti con:
- Forme lievi di malattia che presentano crisi respiratorie sporadiche e di lieve entità distanziate nel tempo
- Forme che presentano, invece, problemi respiratori più persistenti, ma limitati al periodo in cui sono presenti nell’aria i pollini allergenici delle piante alle quali il pazienti risulta sensibilizzato
- Forme cliniche continue (asma bronchiale persistente) in cui i sintomi sono presenti praticamente tutto l’anno.
Questo nel caso in cui il paziente risulti allergico a diversi allergeni presenti in successione, o in cui risulti allergico ad allergeni presenti tutto l’anno, come nel caso dell’allergia agli acari della polvere domestica, o ancora presenti un’asma di natura non allergica.
Naturalmente le forme di asma più persistenti possono presentarsi con sintomi di minore o di maggiore gravità, fino all’asma bronchiale severa (asma bronchiale grave persistente) che rappresenta la forma della malattia più difficile da trattare e da controllare.
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- Meeting internazionale di pneumologi a Torino: come curare l’asma grave
La presenza di pazienti asmatici che presentano sintomi così disomogenei tra loro per comparsa, intensità e permanenza degli stessi, implica che ci si approcci all’asmatico con farmaci in grado di gestire sia le crisi acute a rapida insorgenza, sia quegli stati asmatici più seri e persistenti che si possono talvolta complicare, se non correttamente trattati, fino a giungere ad una condizione di insufficienza respiratoria talmente seria da richiedere il ricovero in ospedale.
E’ pertanto necessario disporre di:
- Farmaci broncodilatatori ad azione rapida, per quanto meno protratta nel tempo (qualche ora), utili a risolvere le crisi acute, cioè le crisi respiratorie di un’asma bronchiale improvvisa.
Sono questi i cosiddetti SABA (short acting beta-adrenoceptor agonists) o farmaci beta-agonisti a breve durata d’azione, dei quali il salbutamolo rappresenta lo storico capostipite, utili a gestire gli accessi asmatici acuti e improvvisi.
Essi sono presenti in commercio nelle classiche bombolette pressurizzate (spray) o in dispenser contenenti micropolveri inalabili. - Farmaci broncodilatatori ad azione protratta (anche fino a 12 – 24 ore), più utili a gestire gli stati asmatici che presentano nel tempo una maggiore continuità dei sintomi.
Sono questi i cosiddetti LABA (long acting beta-adrenoceptor agonists) o farmaci beta-agonisti a lunga durata d’azione e i LAMA (long acting muscarinic agonists) o antimuscarinici/anticolinergici a lunga durata d’azione, che trovano maggior impiego nella terapia delle forme d’asma persistente e cronica.
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In ogni caso esistono precisi obiettivi generali della terapia dell’asma che non possono essere ignorati:
- Il primo di questi è quello di consentire al paziente di rimanere senza sintomi per la maggior parte della giornata, permettendogli una vita praticamente normale anche in termini di attività fisica e sportiva
- E’ altresì indispensabile che la terapia prenda in considerazione, nelle condizioni di asma persistente, non solamente il trattamento farmacologico del broncospasmo, ma altresì quello dell’infiammazione bronchiale indispensabile a ridurre la sensibilità dei bronchi e la loro maggiore propensione a chiudersi (iperreattività bronchiale aspecifica).
Sono proprio gli stati infiammatori persistenti e meno controllati dei bronchi dai quali più spesso possono originare, nell’asmatico, le condizioni complicanti che conducono alle ostruzioni bronchiali meno reversibili e l’aumento della mortalità. - Le strategie precedenti devono prevedere, come indicatore di efficacia, la riduzione delle riacutizzazioni della malattia, consentendo al paziente di ridurre al minimo l’uso dei farmaci “al bisogno” e di ridurre, per intensità e frequenza, le crisi respiratorie acute e la necessità di cure urgenti o di ricovero in ospedale
- Bisogna inoltre contenere entro limiti accettabili gli eventuali effetti secondari della terapia farmacologica.
I farmaci per l’asma bronchiale
Diverse categorie di farmaci possono essere impiegate nella terapia dell’asma:
- Broncodilatatori
Appartengono a questa classe di farmaci quelli a breve o a lunga durata d’azione di cui si è già detto sopra (SABA e LABA). - Cortisonici
Sia farmaci somministrabili per via inalatoria (ICS) che per via orale, o iniettivi per via intramuscolare o endovenosa - Antileucotrienici
Sono farmaci antiallergici che bloccano l’azione dei leucotrieni liberati dalle cellule dell’allergia. - Cromoni
Agiscono sulla prevenzione della liberazione di istamina e leucotrieni dalle cellule dell’allergia (mastociti). Utilizzabili anche per il controllo dei sintomi nasali nei pazienti con rinite allergica associata all’asma. - Antistaminici
Bloccano l’azione dell’istamina liberata dai mastociti (cellule dell’allergia).
A proposito di asma bronchiale e antistaminici, tuttavia, è opportuno ricordare quanto essi trovino impiego non tanto nel trattamento dell’asma bronchiale come tale, quanto nella terapia dei sintomi nasali dei pazienti con rinite allergica associata all’asma. - Anticorpi monoclonali
Consistono nelle cosiddette “terapie biologiche” e rappresentano le ultime opportunità, in ordine di tempo, che la ricerca scientifica farmaceutica ha messo a disposizione degli specialisti pneumologi.
Consentono, in particolari forme asmatiche meno comuni ma estremamente gravi, di ridurre la quantità di IgE nei pazienti che ne presentino valori elevati (omalizumab) o gli eosinofili (sono particolari globuli bianchi), nei pazienti affetti da particolari forme di asma grave eosinofilo (mepolizumab, benralizumab, ecc.).
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- Anticorpi monoclonali per lo pneumologo: omalizumab per la terapia dell’asma grave
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Sempre nuovi farmaci vengono continuamente proposti dalla ricerca farmaceutica per curare l’asma bronchiale.
Tra questi alcuni già noti per le loro proprietà broncodilatatrici, impiegati in precedenza solo nella patologia ostruttiva delle vie aeree di tipo non-asmatico (BPCO – broncopneumopatia cronica ostruttiva), oggi autorizzati anche nelle forme d’asma severa.
Ricordo, infine, come non esista una “terapia dell’asma”, ma deve invece esistere una “terapia di quell’asmatico”, a sottolineare la necessità di una rigorosa personalizzazione delle diverse terapie dell’asma in funzione dei diversi pazienti.
Come curare l’asma bronchiale con metodi naturali
A questo proposito ricordo come la terapia dell’asma bronchiale, proprio in quanto destinata ad una malattia seria, debba essere sempre affrontata con i più efficaci e consolidati protocolli farmacologici previsti dagli specialisti pneumologi e non attraverso improvvisazioni “naif” spesso prive di efficacia.
Asma bronchiale e rimedi naturali, quindi, non rappresentano un felice connubio, specialmente quando l’impiego di metodi naturali discutibili, non meglio codificati e standardizzati, rischia di portare il paziente fuori strada alla ricerca della sostanza “miracolosa” che non esiste.
Ritengo che l’unico modo serio “non farmacologico” di affrontare questa patologia, sia rispettare i numerosi consigli e i molti accorgimenti di cui ho già parlato nel paragrafo “Combattere l’asma bronchiale”.
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In particolar modo nella cura dell’asma bronchiale allergica si cercherà di evitare di esporre il paziente agli allergeni ai quali risulti sensibilizzato, anche e soprattutto nel corso delle attività sportive praticate all’aria aperta.
Asma bronchiale allergica e sport, infatti, possono coesistere a patto che si rispetti prima di tutto quanto detto sopra e si presti attenzione, in pazienti particolarmente sensibili, all’esposizione del soggetto asmatico all’evaporato di cloro presente negli strati d’aria sovrastanti l’acqua delle piscine.
Come prevenire l’asma bronchiale
Prevenire l’asma vuol dire mettere in atto, quando possibile, una serie di interventi atti a scongiurarne la comparsa o, per lo meno, a rendere più difficile che la malattia si presenti.
Se già esiste una familiarità per asma e/o per atopia è consigliabile, vista la maggiore probabilità che anche i figli possano presentare lo stesso problema dei genitori, attivarsi per:
- Evitare, fin da piccoli, di esporre al fumo di sigaretta i bimbi che presentino un potenziale rischio asmatico (figli di asmatici).
E’ ormai assodato che l’asma bronchiale possa presentarsi con maggiore facilità nei figli dei fumatori, proprio in quanto, esposti al fumo passivo, i bronchi dei piccoli vengono esposti precocemente alle sostanze inquinanti ad azione infiammatoria presenti nel fumo di tabacco dei loro genitori - Preferire l’allattamento al seno
Ciò rappresenta un fattore protettivo nei confronti dello sviluppo di future malattie allergiche che, nei potenziali asmatici, potrebbero complicare il problema. - Impegnarsi a mantenere nei bimbi un peso forma in quanto il sovrappeso e, peggio ancora, l’obesità, rappresentano fattori di scompenso dell’asma
- Da più parti si sottolinea il vantaggio di un animale in casa nelle famiglie in cui sia presente un piccolo asmatico, tanto più se potenzialmente allergico.
Anche se può sembrare strano, crescere un bambino in presenza di un cane o di un gatto può rappresentare una misura preventiva nei confronti dell’allergia e dell’asma allergico.
Altra cosa, invece, è tenere in casa un animale nei confronti del quale già si sia realizzata, nel paziente, una sensibilizzazione allergica! - Una precoce desensibilizzazione del paziente affetto da sola rinite allergica con la terapia iposensibilizzante specifica (TIS) per via sublinguale, può ridurre il rischio di progressione della rinite in asma bronchiale, la cosiddetta “marcia allergica”.
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Come si cura l’asma bronchiale nei bambini
L’asma bronchiale comporta nei bimbi la necessità di qualche accortezza particolare, restando invece, pari all’adulto, l’insieme delle misure farmacologiche e preventive.
Nei piccoli pazienti è quindi opportuno:
- Evitare di scambiare per asma bronchiale quelle forme bronchitiche acute che nel bimbo, specie prima dei cinque anni di età, possono manifestarsi con sibili (bronchite asmatica).
- Prestare attenzione ai trattamenti cortisonici prolungati che, in certe condizioni, possono favorire le infezioni essendo il cortisone un immunosoppressore.
- Rassicurare il bimbo ed insegnargli a gestire le crisi acute nel momento in cui si presentino.
- Nei bambini con asma bronchiale allergica, evitare il contatto con tutti i potenziali allergeni responsabili, insegnando al bambino regole di vita compatibili con l’asma ed evitando abitudini incompatibili con essa.
- Valutare bene il rapporto tra il bambino e gli animali domestici, nel caso in cui il piccolo paziente asmatico fosse allergico ai loro derivati cutanei e ai loro peli.
Ciò per evitare di compromettere non solo la terapia farmacologica dell’asma, ma altresì per evitare al bimbo traumi psicologici derivanti da eventuali rinunce agli animali ai quali è affezionato. - Consentire al bimbo la pratica sportiva, valutando pro e contro della stessa in relazione alla singola disciplina praticata.
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Asma bronchiale e gravidanza
Nel corso della gestazione sarà prioritario garantire alla futura mamma asmatica la migliore condizione respiratoria.
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Una gestante che non respira bene rischia di rappresentare un problema anche per il feto, specie nel caso in cui l’asma, complicandosi anche a causa di una terapia inadeguata, comporti il rischio di insufficienza respiratoria.
Trattare la donna asmatica in gravidanza con una corretta terapia, pur nel rispetto delle limitazioni imposte dai farmaci sconsigliati in questo periodo, è fondamentale per garantire alla gestante e al bimbo un futuro sereno.
Asma e problemi sessuali
Alcuni problemi della sfera sessuale, quali
- la disfunzione erettile (impotenza)
- i disturbi del desiderio e dell’eccitazione, sia nell’uomo che nella donna
possono accompagnare l’asma bronchiale o essere da questa influenzati specie a causa di effetti secondari della terapia cortisonica protratta nei pazienti più gravi.
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I più comuni punti di cui tener conto parlando di sessualità e asma possono essere così riassunti:
- Nel caso in cui si presentino, nell’asmatico, problemi della sfera sessuale, il primo consiglio che mi sento di dare da sessuologo clinico, oltre che da pneumologo, è quello di parlarne apertamente con il proprio medico e con lo specialista, al fine di orientare correttamente tutto ciò che si deve fare per risolvere rapidamente il problema.
Nulla di peggio, in questi casi, che negare le difficoltà per pudore o per paura, rimandando l’inizio di trattamenti che, specie se iniziati subito, risultano spesso completamente risolutivi. - Qualche volta l’attività sessuale può giocare brutti scherzi ai pazienti affetti da asma da sforzo.
Anche in questo caso un trattamento orientato specificamente sul problema risulta spesso in grado di riportare il paziente alla normalità. - Esistono reciproche influenze tra paura della crisi asmatica durante l’atto sessuale, lo stress che tale attesa genera e la paure per la propria condizione asmatica, specie nei pazienti che incomincino ad accusare difficoltà all’erezione.
Parlarne con lo pneumologo è fondamentale, anche in questo caso, per valutare le cose e risolvere il problema. - In alcuni casi i farmaci cortisonici possono avere influenza sull’eccitazione, ritardando inoltre l’eiaculazione o rendendo più difficile la lubrificazione nella donna.
- Si presti attenzione ai pazienti con disfunzione erettile che facciano uso di farmaci per l’erezione (inibitori delle fosfodiesterasi tipo sildenafil, tadalafil, ecc.), in quanto tali farmaci possono peggiorare l’asma da reflusso gastroesofageo se presente.
Come guarire dall’asma bronchiale?
Come si guarisce dall’asma?
Voler guarire dall’asma equivarrebbe a voler guarire dal diabete.
Nella grande maggioranza dei casi l’asma bronchiale, come il diabete, è una malattia cronica dalla quale non si guarisce.
Non esiste, quindi, per l’asma bronchiale, una cura definitiva che consenta di vederla scomparire per sempre in virtù della cura.
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E’ invece possibile gestire nel modo migliore questa patologia, a patto di attenersi ai molti consigli che ho dato in precedenza e a rispettare le terapie farmacologiche prescritte.
In alcuni casi essa può passare con la pubertà, lasciando libero il paziente dal problema anche per molto tempo, qualche volta anche per sempre.
Il rispetto, tuttavia, di comportamenti che limitino l’infiammazione dei bronchi e tra questi evitare il fumo di sigaretta sia attivo che passivo e l’esposizione all’aria inquinata, può rappresentare un buon modo per mantenere i bronchi in salute, riducendo il rischio di pericolosi ritorni della malattia nel caso in cui essa sia scomparsa nel tempo in modo spontaneo.
Asma bronchiale: mare o montagna?
Sono molti i fattori che giocano a favore o a sfavore della permanenza di un asmatico a contatto con il clima marino o montano.
Tra questi:
- Presenza di pollini allergenici nel luogo di vacanza, sia questo rappresentato dal mare o dalla montagna, prestando attenzione al fatto che pollini magari non più presenti in pianura in certi periodi dell’anno possono essere nuovamente incontrati dal paziente alle quote più alte durante successivi periodi.
- Per quanto in presenza di aria più fresca molti asmatici riferiscano di respirare meglio, non mi sentirei di dare ai pazienti, come regola assoluta, l’esposizione all’aria fredda come terapia!
Il clima più freddo della montagna potrebbe addirittura rappresentare una controindicazione per quei pazienti che presentino una iperreattività bronchiale aspecifica tale da attivare più facilmente il broncospasmo in presenza di aria fredda.
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In assoluto, indipendentemente dal mare o dalla montagna, la più generale condizione di benessere che si accompagna ad un periodo di vacanza, può favorire la riduzione di quelle tensioni emotive che, in pazienti particolarmente sensibili, possono accentuare il disagio respiratorio.
Sarà, pertanto, sempre l’esperienza dello specialista a fare la differenza tra il consigliare un clima o un soggiorno piuttosto che un altro.
Asma bronchiale, fertilità e menopausa
Alcuni aspetti molto particolari riguardano poi la condizione asmatica associata ai problemi del climaterio femminile (menopausa) e i problemi che l’asma può generare nella capacità di concepimento (fertilità).
Anche in questo caso una corretta valutazione del problema con lo pneumologo e con il ginecologo consente di affrontare con competenza i vari dubbi.
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Non si dimentichi mai, per finire, che l’asma bronchiale, come ogni condizione patologica che colpisca l’uomo, è da considerare innanzitutto come un malattia “della persona” e non solamente una malattia “dei bronchi”.
Vista in questi termini sarà più facile accettare che la strategia terapeutica che di volta in volta verrà scelta per affrontare i diversi quadri clinici con i quali essa tenderà a presentarsi nei diversi pazienti, debba tener conto, accanto alla terapia farmacologica e alle accortezze preventive, anche della necessità di ben gestire quegli eventuali disagi emotivi del paziente che, se non risolti, rischiano di rappresentare per gli asmatici più “ansiosi” un ulteriore ostacolo sulla strada della stabilità clinica della malattia.
Asma Bronchiale e Coronavirus (Covid-19)
Il consiglio per gli asmatici è di garantire, ancor più in questo periodo, un buon controllo dell’asma con la terapia.
L’asma non ben compensata, infatti, non potrebbe far altro se non peggiorare un eventuale quadro clinico respiratorio da Coronavirus che tenda a complicarsi.
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