In questo articolo, pubblichiamo il testo integrale del video creato dal Dott. Enrico Ballor e pubblicato sul canale YouTube ufficiale di Medicina del Respiro dedicato all’Asma da Sforzo e Asma da Reflusso Gastroesofageo.
Quando faccio una corsa, comincia a mancarmi il fiato, comincio a sibilare, non riesco più a correre né a respirare.
Sintomo riferito spesso come “asma da sforzo”.
Vediamo meglio insieme:
- Cos’è l’Asma da Sforzo?
- Cos’è l’Asma da Reflusso Gastroesofageo?
- Come si tratta l’Asma da Sforzo?
- Come si tratta l’Asma da Reflusso Gastroesofageo?
- Cosa fare se si ha l’Asma da Reflusso Gastroesofageo?
con l’aiuto del Dott. Enrico Ballor, Pneumologo a Torino.
Asma da Sforzo e Asma da Reflusso Gastroesofageo (VIDEO)
Partiamo dal video sull’Asma da Sforzo e Asma da Reflusso Gastroesofageo, per chi se lo fosse perso:
Trascrizione
L’asma, cioè quella particolare malattia respiratoria che si caratterizza
- per la presenza di sibili espiratori durante le crisi asmatiche
- per la tosse una tosse spesso secca e insistente
- per una difficoltà a respirare, la cosiddetta dispnea, come la chiamiamo noi medici
- per una sensazione di costrizione al torace
può essere favorita da molte cause diverse, e direi prime fra tutte quelle allergiche.
Ma non solo.
Ci sono alcuni pazienti asmatici che tendono ad avere delle crisi d’asma in occasione, ad esempio, di una corsa o come conseguenza di un reflusso acido che provenga dallo stomaco oggi parleremo un po’ di queste due particolari forme di asma bronchiale, cioè l’asma da sforzo e l’asma da reflusso.
La cosiddetta asma da esercizio fisico o asma da sforzo è un’asma che tende a comparire generalmente al termine di un’attività fisica circa 5-10 minuti dopo l’attività fisica che, in modo particolare, comporti una iperventilazione polmonare, cioè una aumentata ventilazione delle vie aeree, un aumento della frequenza e dell’ampiezza del respiro, che sia in grado di determinare un raffreddamento rapido dei bronchi che perduri per almeno qualche minuto per almeno 7-8 minuti, peggio ancora se, ad esempio, in presenza di aria fredda e secca.
Questa particolare forma di asma tende, generalmente, a risolversi anche spontaneamente in un tempo che va dalla mezz’ora alle due ore al massimo e viene trattata ovviamente, come qualsiasi altro accesso asmatico acuto, con i broncodilatatori per via inalatoria, le classiche bombolette.
Ci sono pazienti che, proprio per una particolare caratteristica dei loro bronchi, che prende il nome di iperreattività bronchiale aspecifica, possono non avere asma in altre situazioni e ce l’hanno, invece, solo durante l’attività fisica, appunto, come dicevo prima, per l’iperventilazione che raffredda i bronchi.
I bronchi raffreddati e irritati, in questi particolari pazienti ipersensibili, rilasciano da alcune cellule contenute nella loro parete sostanze, quali ad esempio l’istamina e i leucotrieni, proprie delle reazioni allergiche, ma senza che queste siano delle vere e proprie reazioni allergiche in questo caso la liberazione di queste sostanze che provocano lo spasmo dei bronchi cioè il broncospasmo, avviene con un meccanismo diverso da quello dell’allergia o con un meccanismo nervoso riflesso.
Attenzione che però non tutte le difficoltà respiratorie le dispnee che compaiano durante l’attività fisica, una corsa ad esempio, sono “asma da sforzo”, perché esiste un’altra condizione anomala dell’apparato respiratorio che potrebbe giustificare la comparsa di dispnea durante l’attività fisica intensa intendo al di fuori delle situazioni di malattia cardiaca ovviamente, una situazione meno frequente ma, direi, non per questo poi così rara che è la DCV, la disfunzione delle corde vocali
Che cos’è la DCV?
Classicamente, in condizioni normali, quando respiriamo le nostre corde vocali tendono ad allontanarsi tra loro quando inspiriamo, quando l’aria entra e si riavvicinano mentre espiriamo cioè quando facciamo uscire l’aria dai polmoni, questo perché così è facilitata l’immissione di aria nei polmoni in inspirazione e possiamo parlare, invece, in espirazione, facendo vibrare le corde vocali che in questo modo emettono dei suoni.
Nei pazienti affetti da DCV, invece, avviene proprio il contrario!
Cioè, per una particolare condizione irritativa del laringe di carattere infiammatorio, allergico o legata ad una anomala motilità del laringe e delle corde vocali, queste tendono ad avvicinarsi tra loro in inspirazione, sbarrando quindi la strada all’aria che deve entrare e provocando tosse, spesso convulsa e sensazione di soffocamento che impedisce la corsa e obbliga, spesso, il paziente a fermarsi durante l’attività fisica, e si aprono, invece, quando il paziente espira l’aria dai polmoni.
Qui l’asma non c’entra.
Quindi possibile asma da sforzo per asma che compaia durante attività fisica ma non tutte le difficoltà respiratorie che compaiono in corso di attività fisica, dipendenti dall’apparato respiratorio, quelle cardiache ho già detto sono un’altra storia sono necessariamente asma da sforzo.
Lo pneumologo sa consigliare, di volta in volta, qual è la terapia più opportuna in questa particolare forma di asma, anche di prevenzione delle crisi, con farmaci per via inalatoria o assunti per via orale
Asma da reflusso gastroesofageo – qui, in un paziente noto per essere un asmatico, le crisi d’asma possono essere favorite e provocate dal ritorno di succo gastrico acido che proviene dallo stomaco per diverse cause esistono delle connessioni nervose del sistema nervoso autonomo neurovegetativo il cosiddetto sistema parasimpatico vagale, che attivano i bronchi a chiudersi, mediando lo stimolo da recettori che si trovano nell’esofago e che, in pazienti sensibili, vengono “irritati” dal reflusso acido.
Quindi broncospasmo riflesso indiretto la causa in questo caso non agisce direttamente sui bronchi, come nell’asma allergica, ma in via riflessa da stimoli a partenza esofagea.
Come è facile immaginare nel caso dell’asma da reflusso gastroesofageo la soluzione del problema deve necessariamente tener conto di tre diversi aspetti.
Primo: una corretta terapia del reflusso, di tipo farmacologico
Secondo: un intervento di tipo correttivo.
Su cosa? Beh, sulle abitudini sbagliate che il paziente ha e che favoriscono il reflusso ad esempio alimentazione scorretta o inadeguata (lo pneumologo o chi come me si occupi di problemi respiratori, in questi casi può dare al paziente l’elenco degli alimenti che è meglio che non consumi in caso di reflusso e che possono favorire l’asma notturna con questo meccanismo) o ancora non coricarsi subito dopo mangiato, o evitare gli alcoolici alla sera dimagrire se si è in sovrappeso.
E tutta una serie di altre cose che è meglio fare per limitare il fenomeno.
Terzo: impostare una corretta terapia preventiva dell’asma, perché l’asma da reflusso, prima di essere “da reflusso” è prima di tutto un’”asma” e come tale va trattata con i farmaci necessari a tenerla sotto controllo, a controllarla nel migliore dei modi!
Quindi: terapia del reflusso sì!
Ma terapia dell’asma soprattutto!
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