Asma Allergico e Gatto in Casa: È Possibile Respirare Bene? 🐱🫁 E’ possibile convivere senza crisi respiratorie? Scopri come la desensibilizzazione naturale può aiutarti a tollerare il gatto e quali sono le diverse situazioni cliniche che si possono presentare.
Introduzione
Molte persone asmatiche allergiche ai gatti si chiedono se sia possibile convivere serenamente con un gatto senza avere crisi respiratorie.
Con il Dott. Enrico Ballor, Pneumologo a Torino, esploriamo i vari scenari in cui è possibile respirare bene, anche in presenza di allergie agli allergeni del gatto.
Ecco cosa vedrai nel video 👇
- 🔎 Cosa significa essere asmatici allergici ai gatti
- ⚠️ Come si sviluppano le crisi asmatiche da esposizione al gatto
- 💡 La tolleranza naturale: è possibile?
- 🩺 Situazioni cliniche diverse e reazioni ai gatti: asma, rinite, e oculo-rinite allergica
In questo video cerchiamo, con l’aiuto del Dott. Enrico Ballor, Pneumologo a Torino, di dare una risposta a queste domande!
ALLERGIA al GATTO e ASMA: Posso Respirare Bene con un Gatto in Casa? 🐱🫁
Partiamo dal video, per chi se lo fosse perso:
Trascrizione
Ma se sono allergico al gatto e ho l’asma, posso respirare bene anche se è presente il gatto in casa o no? Vediamolo.
Direi che, prima di tutto, sarebbe meglio fare chiarezza sul concetto di “asmatica al gatto”.
Che cosa intende la ragazza che mi ha posto la domanda con “asmatica al gatto”?
Se con “asmatica al gatto” intende “asmatica” più “allergica al gatto”, la possibilità che un paziente asmatico sensibilizzato agli allergeni del gatto possa respirare bene, cioè possa non presentare delle crisi d’asma muovendosi in un ambiente dove sia presente un gatto, mi sembra francamente un po’ difficile, anche se non è impossibile.
Ci sono dei pazienti asmatici sensibilizzati alla forfora e al pelo del gatto che, magari per anni, possono presentare crisi asmatiche quando è presente il gatto, ma che, trascorso un certo periodo di tempo, pur mantenendo magari la sensibilizzazione cutanea agli allergeni del gatto, cessano di avere delle crisi di broncospasmo in presenza dell’animale. Cioè, una sorta di vera e propria “desensibilizzazione” naturale, una “tolleranza intervenuta nel tempo”, che può qualche volta far sì che l’asmatico sensibilizzato al gatto in senso allergologico incominci a tollerare la presenza del gatto senza più avere delle crisi respiratorie asmatiche.
In qualcuno può, ad esempio, restare la presenza di sintomi allergici che interessano magari solo il naso, oppure occhi e naso (la cosiddetta rinite o oculo-rinite allergica), in assenza però di crisi asmatiche.
Si possono in realtà avere diverse situazioni:
- Primo – soggetto sensibilizzato al gatto, con test allergologici positivi, senza che si manifestino dei sintomi allergici, né di tipo asmatico, né di tipo rinitico o oculo-rinitico.
- Secondo – soggetto asmatico non sensibilizzato agli allergeni del gatto, cioè con test allergometrici negativi, che non presenta crisi d’asma in presenza del gatto.
- Terzo – paziente asmatico sensibilizzato al gatto, cioè con test allergometrici positivi, che presenta delle crisi d’asma in presenza del gatto, con o senza concomitante interessamento nasale e oculare.
- Quarto – soggetto asmatico sensibilizzato al gatto, quindi con test allergometrici positivi, che, pur mantenendo nel tempo la sensibilizzazione cutanea, acquisisce un buon grado di tolleranza all’esposizione all’animale che gli consente di non avere delle crisi respiratorie in presenza del gatto.
- Per ultimo – soggetto asmatico nel quale non si sia dimostrata una sensibilizzazione allergica al gatto, cioè con test allergometrici negativi, che nonostante ciò presenta delle crisi d’asma in presenza del gatto. Questo può capitare, ad esempio, quando non c’è corrispondenza tra sensibilizzazione allergica e dimostrabilità cutanea di questa sensibilizzazione, per esempio a causa di una interferenza farmacologica durante l’esecuzione delle prove allergometriche.
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