In questo articolo, pubblichiamo il testo integrale del video creato dal Dott. Enrico Ballor e pubblicato sul canale YouTube ufficiale di Medicina del Respiro dedicato al tema Asma e Ansia nei Giovani (quando il Problema si complica e Raddoppia)
Introduzione
L’asma bronchiale, l’ansia e lo stress sembrano legati quasi in modo indissolubile tra loro, specie tra i più giovani: cerchiamo di capire insieme in quale modo.
Vediamo insieme qualche consiglio per vedere cosa fare in questi casi, con l’aiuto del Dott. Enrico Ballor, Pneumologo a Torino.
Asma e Ansia nei Giovani (quando il Problema si complica e Raddoppia)
Partiamo dal video Asma e Ansia nei Giovani (quando il Problema si complica e Raddoppia) per chi se lo fosse perso.
Trascrizione
Come capita spesso per ogni problema della vita, anche nel caso delle malattie il problema non è mai da considerare in termini solo assoluti, d’accordo? ma è sempre da porre in relazione alla particolare sensibilità della persona ammalata.
E sembra proprio che non sia certo l’asma bronchiale a sottrarsi a questa regola, per lo meno stando ai dati di una interessantissima ricerca scientifica che è stata presentata nel marzo del 2016, negli Stati Uniti, nel corso di un importante meeting scientifico che si è svolto a Los Angeles.
Secondo quanto è emerso da questo studio gli adolescenti, di entrambi i sessi e di età compresa tra 14 e 17 anni, affetti da asma bronchiale, sarebbero molto più sensibili, rispetto ai loro coetanei che non hanno l’asma, dimostrando questa loro maggiore sensibilità, con dei livelli maggiori di percezione dell’ansia e della sensibilità allo stress, direi un dato sicuramente interessante!
Questa particolare condizione degli adolescenti che sono stati oggetto di questo studio, è stata rilevata e confermata attraverso la somministrazione di tutta una serie di test psicometrici, test in grado di quantificare i livelli generali di ansia e di stress percepiti da questi giovani asmatici.
Attenzione però a un aspetto molto interessante di questa relazione, e cioè, questo studio non ha consentito di definire, in senso deterministico, cioè, in parole povere, lo studio non è stato in grado di capire con precisione, “cosa determina cosa”. Cioè, non ha consentito di chiarire se sia la presenza dei sintomi asmatici ad aumentare i livelli d’ansia che questi adolescenti percepiscono, d’accordo? oppure se, al contrario, sia invece la presenza di un maggiore stato d’ansia a favorire magari la comparsa della sintomatologia asmatica.
In ogni caso è un dato molto interessante sul quale poi riflettere in termini pratici, e vedremo come.
La Dispnea, un sintomo dell’Asma
L’asma bronchiale è una malattia respiratoria che è caratterizzata da tutta una serie di sintomi che spesso disturbano il paziente che ne è affetto, qualche volta direi anche in modo importante, primo fra tutti questi sintomi è certamente la dispnea, cioè la difficoltà respiratoria classica che hanno i pazienti che hanno una crisi d’asma, d’accordo?
Penso che non ci sia nulla di peggio che vivere con la paura di una nuova crisi asmatica che “ti toglie il fiato”, d’accordo? Una crisi asmatica con una difficoltà a respirare capace di creare una particolare sensazione di soffocamento, una sensazione che certamente impaurisce e preoccupa chi ha provato ad avere una crisi d’asma, una sensazione spesso temuta da chi soffre d’asma! D’accordo? Bene!
Penso che ci siano pochi disagi fisici descritti in modo così drammatico come il fastidio e il patimento fisico descritto da chi ha provato la sensazione di soffocare
Direi che poche situazioni fisiche e mentali sono temute dai pazienti tanto quanto quelle responsabili di questo particolare tipo d’esperienza, d’accordo?
Direi, quindi, che, con queste premesse, mi sembrano certamente più chiare e non devono stupire le conclusioni alle quali è giunto questo gruppo di ricerca, oltre tutto tenuto conto del fatto che non è certo una novità il fatto che asma e disturbi emotivi, e direi primo fra tutti l’ansia, vadano a braccetto, d’accordo?
A questo punto, se posso permettermi di fare qualche considerazione personale, cercando di non fare l’errore di scendere in dettagli tecnici che mi sembra esulino un po’ dalle finalità divulgative e informative del discorso che sto facendo, d’accordo?
E’ l’Asma che causa l’Ansia, oppure il Contrario?
Mi sembra francamente poco importante definire, con precisione, se è nato prima l’uovo o la gallina.
Cioè, mi sembra davvero poco utile, da un punto di visto clinico, clinico pratico, intendo, definire quanto sia l’asma a peggiorare il vissuto ansioso del paziente asmatico, accentuando poi magari di per sé quella stessa condizione ansiosa che diventa responsabile di una percezione più sofferta dei sintomi asmatici, d’accodo? o, al contrario, quanto possa essere invece l’ansia a dover essere considerata come un possibile facilitatore della comparsa delle crisi asmatiche.
Diciamo che molto spesso tutto ciò che tende ad allontanarci un po’ dalla percezione di un buon livello di stabilità rassicurante, tutto ciò che ci allontana dalle certezze che ci orientano e che ci confortano, tende a generare un disagio che nasce della difficoltà che spesso abbiamo ad accettare la perdita delle nostre sicurezze, d’accordo?
In questo senso direi che il respiro, inteso e vissuto proprio nei termini di un vero e proprio “scontato esistenziale”, non contrattabile, non discutibile, che ci consente la vita, il respiro dicevo, è quanto di più “normale” ci possiamo immaginare, d’accordo? normale e rassicurante, poter compiere un bel respiro appagante ci da piacere e ci da inconsciamente sicurezza.
Quindi, ogni fattore che rischi di farci rinunciare al piacere di respirare, genera immediatamente in noi un senso di profonda sofferenza, sofferenza, quindi, che spesso non si ferma al solo aspetto fisico dell’essere privati di un respiro libero, ma che implica poi tutta una serie di significati emotivi che dipendono proprio dall’impossibilità di respirare bene.
Il vivere costantemente, come capita spesso nell’esperienza dell’asmatico, in una dimensione interna che metta continuamente in dubbio, che metta continuamente in discussione, la possibilità stessa di respirare, d’accordo? diventa poi, in fondo, quella costante fonte d’allarme che giustifica poi lo stato ansioso.
Aggiungerei che, studio e adolescenti a parte, questo potrebbe essere esteso all’esperienza più in generale di tutti gli asmatici! d’accordo? direi indipendentemente dall’età!
L’ansia, quindi, come spavento implicito e profondo, come paura inconscia di dover mettere in dubbio, di li a poco, in ogni momento della giornata, il proprio “diritto” a respirare, un vero e proprio stato di mal definita agitazione interna, mai sopita e mai accettata, quasi vivendo alla ricerca dei primi segni di una crisi respiratoria che, quando insorge, crea un disagio fisico profondo che deriva dal rischio di mettere in discussione anche solo la sopravvivenza! d’accordo?
Tutto questo, attenzione, impastato con quello stesso stato ansioso dell’asmatico, sempre presente e conseguente alle percezioni disturbanti di cui ho detto prima.
Stato ansioso che rischia, in ogni momento, di precipitare l’asma, proprio attraverso lo scompenso di una miriade di piccoli o grandi equilibri psichici e neurovegetativi precari che sicuramente hanno poi delle importanti implicazioni fisiopatologiche nello scatenamento delle crisi asmatiche.
Per concludere, direi quindi che, per una più pratica “utilizzabilità” dei dati che ci vuole segnalare lo studio di cui sopra, e per le diverse considerazioni che ho fatto, vorrei a questo punto focalizzare l’attenzione su di un concetto che mi piacerebbe non sfuggisse, e cioè! ASMA, ANSIA E STRESS SONO STRETTAMENTE CORRELATI!
Questo dev’essere l’unico dato veramente importante di cui tener conto! d’accordo? asma, ansia e stress sono legati tra loro in modo indissolubile, e in vario modo questa indissolubilità delle loro reciproche relazioni, per quanto ancora poco chiare nei termini delle specifiche dinamiche che le mettono in relazione, devono farci comprendere quanto, in molti casi, non sia possibile risolvere il problema “ASMA” in modo stabile, se non affrontando contemporaneamente tutti e tre gli aspetti!
Questo, come rileva lo studio al quale ho fatto riferimento, vale ancor più nel caso dei giovani asmatici, i quali, anche per la loro giovane età, per l’inesperienza delle strategie di “coping”, cioè delle capacità di far fronte alle situazioni stressanti, per lo scarsa capacità di controllo dei loro stati ansiosi, e per una “governance” ancora poco efficace degli stati emotivi interni, non hanno ancora trovato una strada che gli consenta di giungere ad una globale “risposta efficace di fronte ai problemi”, e tra questi anche ai problemi asmatico-ansiosi, d’accordo?
Quindi, ben venga l’indispensabilità dei farmaci broncodilatatori e dei farmaci antiinfiammatori somministrabili per via inalatoria, e non solo, per un trattamento efficace dell’asma, ma non si dimentichi mai la necessità, scientificamente più che corretta! di dare un giusto peso anche a quegli aspetti neuro-psicologici della malattia asmatica che, se scordati, non faciliteranno sicuramente la vita all’asmatico.